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Sabina Gianola – (

 

 

1987 - 5 luglio. Tarcisio Fazzini e Sabina Gianola aprono al Dente della Vecchia (2913 m.), quel aguzzo e caratteristico obelisco roccioso vicino al Rifugio Gianetti, sulla Parete Sud la via Champignon Merveilleux, con difficoltà VI-.

 

1988 - 9 luglio. In Val Parcellizzo alla Cima Scingino (2502 m.) Tarcisio Fazzini, Sabina Gianola e Norberto Riva, aprono sulla Parete Sud, Pilastro Sud-ovest una via che chiameranno “Chi si ferma è perduto” con difficoltà VII+. Un impegnativo itinerario di 10 tiri, poco attrezzato e con alcuni tratti in placca che richiedono attenzione. Pur se più facile della vicina Delta Minox, la via viene ripetuta meno frequentemente.

 

1988 - 4 settembre. In Val Parcellizzo alla Cima Scingino (2502 m.) Tarcisio Fazzini, Livio Gianola, Sabina Gianola e Norberto Riva, aprono sulla Parete Sud, Pilastro Sud-ovest una via che chiameranno Delta Minox, un eccezionale e difficile itinerario tra i più belli nel suo genere di arrampicata (placca). La roccia è super, le difficoltà elevate (VIII- obbligatorio, 12 tiri)e la chiodatura a spit è spesso distante.

 

1989 - Di alto tenore e massimo stile si rivela l’impresa di Tarcisio Fazzini, Norberto Riva e Sabina Gianola sulla splendida parete del Picco Luigi Amedeo, in alta Val Masino: la via Elettroshock, con difficoltà fino al 7b della scala francese e passaggi obbligatori di 7a, è paragonabile alle più difficili realizzazioni delle Alpi Occidentali.

Le vie di Tarcisio Fazzini, pur facendo uso di alcuni spit, sono improntate a una concezione classica, neo romantica, dove la linea logica della roccia resta determinante ai fini della concezione.