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Gran Paradiso – (4061 m.)

 

 

1860 – 4 settembre. I primi a salire sul Gran Paradiso (su cui è stata collocata una statua bianca della Madonna) furono gli inglesi John Jermyn Corwell e W Dundas, guidati da Michel Payot e Jean Tairraz di Chamonix.

L’ascensione fu portata a termine con un freddo glaciale e non senza incidenti. Jean Tairraz fece un volo di sei metri che fu arrestato da Dundas, e Michel Payot, dopo aver tagliato gradini per un periodo di tempo interminabile, giunse sulla cima con le mani quasi congelate.

Data la scarsa visibilità e la minaccia di temporale abbandonarono la cima in fretta, scivolando giù per il pendio nevoso e terminando la discesa in sole tre ore. Il giorno dopo, per godersi il panorama, John Jermyn Corwell e Michel Payot scalarono di nuovo la montagna.

«Per far piacere a Payot, contai attentamente i gradini che aveva tagliato il giorno prima. Ne contai 1275, un risultato di cui fu piuttosto orgoglioso essendo, com’egli disse, il maggior numero di gradini che fosse mai stato realizzato in un giorno da una guida di Chamonix». L’ascensione richiese cinque ore, quattro meno del giorno precedente – una conferma di quale svantaggio procurasse ai pionieri l’assenza dei ramponi.

La via che seguirono è in pratica l’odierna via normale, che attualmente inizia al Rifugio Vittorio Emanuele, una costruzione che, con il suo tetto in alluminio, ricorda più un hangar che un rifugio. Tuttavia il rifugio è comodo e in ottima posizione per ammirare il duomo di ghiaccio del Ciarforon, ma la configurazione del terreno impedisce la vista del Gran Paradiso prima dell’inizio della scalata.

La via normale fa parte delle cosiddette salite “facili” dei “Quattromila”; è generalmente ben tracciata e quindi agevole da trovare, ad eccezione del labirinto di massi rocciosi immediatamente retrostante il rifugio. Poiché la partenza avviene quando è ancora buio, è consigliabile ispezionare questo tratto il giorno precedente. Lungo il percorso si incontrano stambecchi o camosci che cercano refrigerio sul nevaio. Sulla cresta sommitale vi è un tratto di 10 metri su roccia con difficoltà di II grado, prima di giungere alla statua della Madonna. Essa, tuttavia, non è situata sul punto più alto. Per giungervi vi sono ancora parecchi metri da percorrere lungo una cresta rocciosa. Tale passaggio è sconsigliabile se notevolmente innevato o ghiacciato.

Anche con gli sci

 

Anche in maggio e in giugno il Gran Paradiso viene scalato da tantissimi alpinisti e scialpinisti.

1913 - I primi a salire il Gran Paradiso con gli sci furono Paul Preuss e W. von Bernuth nel tardo inverno.

Il Gran Paradiso è diventato un “Quattromila” di primo piano per lo scialpinismo anche se la marcia da rifugio a rifugio può essere più lunga perché il sentiero per Pont non sempre è battuto (nella Valsavarenche vi sono alcuni tratti chiusi all’accesso da novembre a giugno). Ma ciò non è un limite se si considera che poi segue una discesa di più di 2000 metri di dislivello.

 

Il Parco Nazionale

 

Quando il re Vittorio Emanuele III nel 1922 regalò la riserva di caccia dei suoi antenati allo Stato Italiano, nacque di fatto il Parco Nazionale del Gran Paradiso con una superficie di 56000 ettari. Della sua vigilanza si occupano circa 60 guardie forestali, che tengono costantemente sotto controllo l’intera area e garantiscono il rispetto delle norme. E’ severamente proibito cogliere piante o fiori. Una rassegna della multiforme flora viene offerta dall’orto botanico alpino “Paradisia” nella Valnontey.

Famose sono le colonie di stambecchi del Parco Nazionale. Si ritiene che il loro numero ammonti a circa 4000 esemplari nell’intera zona protetta. Una particolare concentrazione si segnala nei pressi del Rifugio Vittorio Sella, 2584 m. Fin qui dalla Valnontey occorrono due ore e mezzo. E’ opportuno pernottare nel rifugio del CAI per poter procedere il giorno successivo, prima del sorgere del sole, almeno per mezz’ora verso valle. Alle prime luci dell’alba si possono osservare (e fotografare) gli animali da distanza ravvicinata.

 

 

Le dieci ascensioni più rappresentative

 

1) - GRAN PARADISO (4064 m.)

Via: parete Nordovest

Dislivello e difficoltà: 550 m. Difficile

Primi salitori: Luigi Bon, Renato Chabod, Amilcare Cretier

Anno: 1930

 

2) - ROCCIA VIVA (3650 m.)

Via: diretta per la parete Nord

Dislivello e difficoltà: 400 m. Difficile

Primi salitori: Giuseppe Delmastro e Carlo Pol

Anno: 1940

 

3) – CIARFORON (3640 m.)

Via: parete Nord

Dislivello e difficoltà: 350 m. Difficile

Primi salitori: Giacomo Chiara, Enrico Chiara, Enrico Cattinelli

Anno: 1940

 

4) – HERBETET (3778 m.)

Via: cresta Sud

Dislivello e difficoltà: 450 m. Difficile

Primi salitori: Vincenzo Perruchon e Laurent Lebel

Anno: 1950

 

5) – GRIVOLA (3969 m.)

Via: cresta Nordest

Dislivello e difficoltà: 500 m. Abbastanza Difficile

Primi salitori: