torna al menù

 

Club Alpino Italiano – CAI - (1863)

 

 

Il Club Alpino Italiano: in occasione della prima salita italiana al Monviso (12 agosto 1863) compiuta dal trentaseienne ministro delle Finanze del governo Rattazzi, Quintino Sella, professore di mineralogia, assieme al deputato calabrese Giovanni Barracco (primo italiano sulla Punta Dufour e fra i primi sul Bianco), a Paolo di Saint Robert di Verzuolo e Giacinto di Saint Robert di Verzuolo (Cuneo), Giovanni Battista Abbà e due guide Raimondo Gertoux e Giuseppe Bodoino, nasce l'idea di costituire anche in Italia un club a somiglianza, scrive Quintino Sella a Bartolomeo Gastaldi, di quanto già fatto anni prima a Londra e successivamente a Vienna.

L’idea di Quintino Sella (anzi di Paolo di Saint Robert, “vero iniziatore dell'impresa” come Quintino Sella stesso ammette) viene accolta con entusiasmo, per cui dopo alcune riunioni private per porre le basi dell'associazione, alle 13 del 23 ottobre a Torino, in una sala del Castello del Valentino, presidente provvisorio il barone Fernando Perrone di San Martino, una "adunanza" di 37 alpinisti costituisce l'associazione inizialmente denominata Club Alpino (Italiano dal 1867). Primo Presidente è proprio Fernando Perrone (dal 1864 al 1873 Bartolomeo Gastaldi), segretario Eugenio Martin Lanciarez, Direttori Quintino Sella, Bartolomeo Gastaldi, Paolo di Saint Robert, Giovanni Piacentini direttore della Gazzetta di Torino, Giorgio Montefiore Levi, Luigi di Roasenda del Melle, Giuseppe Ricci ed il napoletano Giorgio Tommaso Cimino.

Per le spese d'impianto la maggioranza dei partecipanti versa una quota di 100 L. cadauno, uno 500,

uno 120, uno 40.

A fine dicembre i soci sono già 200. Dapprima il Club Alpino ha un'unica sede a Torino (1863-1866), poi vengono aperte delle Sedi Succursali (1867-1872), sostituite (1873) dalle Sezioni.

È luogo comune che il Club Alpino nei suoi primi anni si sia pedissequamente uniformato al modello costituito dall'Alpine Club. È invece il contrario. In merito all'indirizzo da darsi al Club, uno dei Direttori, Paolo di Saint Robert, avrebbe voluto che il Club Alpino, appunto come l'Alpine Club, "assumesse il carattere di una eletta di soci, cosi che non potesse fame parte se non chi avesse da produrre qualche titolo speciale, o di notevoli ascensioni compiute, o di opere pubblicate intorno alle montagne. Invece i suoi colleghi intendevano che il Club avesse carattere più democratico, che non vi fosse bisogno per entrarvi di prove di quel genere, cosi che vi si ammettessero tutti quelli che volessero anche col solo farne parte dimostrare il loro interessamento per le Alpi". (S. Cainer Bollettino anno 1888 pag. 9, nota 2). In seguito a questa delibera della Direzione, all'Assemblea generale dei soci del 24 gennaio 1864 Paolo di Saint Robert rassegna le proprie dimissioni e, per "motivi di delicatezza", tutta la Direzione si dichiara dimissionaria.

L’assemblea poi rielegge tutti, meno il Paolo di Saint Robert, che comunque mantiene amichevoli rapporti con Quintino Sella, Bartolomeo Gastaldi e altri alpinisti italiani, francesi ed inglesi e che continua a svolgere pregevole attività alpinistica. Alla sua morte uno dei primi salitori del Monviso, l'amico William Mathews, firmerà sull'Alpine Journal il suo necrologio.

Le pubblicazioni CAI: all'inizio come organo ufficioso è il "Giornale delle Alpi, Appennini e Vulcani" (fondato da Giorgio Tommaso Cimino), poi dal 1865 un trimestrale, il "Bollettino del Club Alpino", curato dallo stesso Presidente generale Bartolomeo Gastaldi, poi sostituito nel 1873 da un comitato di redazione. Nel febbraio 1874 al Bollettino si aggiunge un mensile, "L’Alpinista", che però ha vita breve (fino al 1875). Nel 1881 si ritorna alle due pubblicazioni: il "Bollettino" divenuto annuale e la "Rivista Alpina Italiana" mensile, divenuta poi "Rivista Mensile".

 

Il giorno 23 ottobre 1863 viene fondato a Torino per iniziativa di Quintino Sella il Club Alpino Italiano (C.A.I.), libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.

Ed il suo primo presidente fu il barone Fernando Perrone di San Martino.

Vi è comunque un certo ritardo rispetto ai progressi che l’alpinismo inglese ed i suoi rappresentanti andavano facendo. Il Club Alpino Italiano sorge come imitazione di quello inglese e anche l’alpinismo cittadino che si svilupperà intorno al nucleo torinese, avrà come modello quello inglese; anzi essendo sorto in ritardo rispetto a questo, dovrà, per così dire, rincorrere gli inglesi e accontentarsi dell’esplorazione di vette secondarie, in un periodo in cui le maggiori cime erano state conquistate.

L’associazione comunque ebbe immediatamente un grande sviluppo. I 184 soci del dicembre 1863 diventarono alla fine del secolo oltre 4500, divisi in 34 sezioni.