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Renato Zanutti – (     - 1981) - CAAI

 

 

1921 14/15 settembre. Arturo Andreoletti, Renato Zanutti e la guida Francesco Jori scalano in prima ascensione la gigantesca parete Nordest dell’Agner, realizzando un’impresa veramente storica di assoluto valore. Tale via, che in 22 ore risolve per camini e fessure (da buoni alpinisti classici) i 1500 metri di parete, è classificata di V° grado e non di VI°. Ciò perché, pur avendo molte caratteristiche per essere di VI° grado (l’impegno, la lunghezza, l’ambiente etc.) non ha visto l’uso dei mezzi artificiali e pertanto non si può essere al “limite” delle possibilità umane, e quindi sul VI° grado. Oggi questa via è valutata di V°+ e chiude il periodo dell’alpinismo cosiddetto “Classico”.

 

1933 – Il 17 e 18 Agosto (o 8 settembre), Emilio Comici, assieme a Renato Zanutti e Mary Varale, scala l’aereo, elegantissimo Spigolo Sud-est dell’anticima della Cima Piccola di Lavaredo, da allora noto come Spigolo Giallo, autentico prototipo di scalata dolomitica di alta difficoltà, realizzando in pratica il suo ideale di dirittura, eleganza e perfezione estetica.

Oggi lo Spigolo è una “classicissima” delle Dolomiti ed è molto ripetuto, anche perché non si segue più il tracciato originale di Comici che tiene il filo di spigolo, ma in molti tratti si appoggia a destra su rocce più facili. Inoltre, come al solito, i moltissimi chiodi presenti in parete hanno svalutato il primitivo valore di questa scalata, ma il pensare di salire lungo quella lama gialla e verticale, dove nessuno aveva mai tentato, a quei tempi poteva essere scambiato per una pazzia e solo la padronanza assoluta della nuova tecnica ed il coraggio permisero a Comici di concepire e realizzare una salita del genere. Probabilmente in quel periodo vi erano altri che dal punto di vista del coraggio e delle capacità in arrampicata libera avrebbero potuto vincere la Nord della Grande e lo Spigolo Giallo, ma nessuno aveva perfezionato la nuova tecnica e nessuno ne era padrone come lui. Solo lui, quindi, poteva forse accingersi con una certa sicurezza alla conquista di quelle lavagne lisce, giallastre e repulsive. Comici “sapeva” per esperienza che con la tecnica del chiodo sarebbe passato dove in libera non si passava più e dove dal basso sembrava impossibile. Altri che non avevano acquisito la stessa esperienza, non potevano “sapere” e si davano già sconfitti in partenza. Dopo, una volta rotto il ghiaccio, tutto sarà più facile anche a molti altri contemporanei, come Cassin e i lecchesi, che ben presto, valendosi dell’esperienza e dell’insegnamento di Comici, realizzeranno imprese di pari valore ed anche più difficili, non avendo più da abbattere il forte ostacolo interno rappresentato dall’inibizione psicologica, realizzando un’impresa veramente storica di assoluto valore.