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Agnér – (2872 m.) (Pale di San Martino)

 

 

Lo spigolo Nord e le pareti settentrionali, che precipitano sulla valle di San Lucano con oltre 1500 metri di dislivello, sono uno dei panorami classici delle Dolomiti. L’Agner è una delle grandi cime dell’Agordino, la principale, 2872 metri, dell’omonimo sottogruppo all’estremità Nord della Catena meridionale delle ► Pale di San Martino. Qui (come nelle fronteggianti Pale di San Lucano) lo spessore di dolomia ladinica si presenta nelle sue dimensioni originarie perché le spinte orogenetiche sollevarono il gruppo delle Pale di San Martino nelle parte occidentale, che fu maggiormente soggetta all’erosione, mentre il versante agordino rimase più a lungo sommerso dalle acque.

Ai piedi dello spigolo si trova il bivacco fisso Enzo Cozzolino, 1400 m, costruito nel 1972 come base per le difficili scalate da Nord. La piramide sommitale si eleva a Est della forcella del Pizzon 2645 m, sulla quale è collegato il bivacco fisso Giancarlo Biasin. Dalla forcella scende sulla valle di Angheraz il selvaggio vallone delle Scàndole, fiancheggiato dalla Torre Armena.

Verso Ovest si prolunga dei Lastei d’Agner e del Sasso delle Capre (Càore), che si collega alla Croda Granda in corrispondenza della forcella della Beta e delimita a Nord la conca di Frassené Agordino. Su questo versante i Lastei si presentano come una ripida lastronata che sovrasta una parete a strapiombo. Dalla cima principale verso Sudest si protendono le cime degli Spiz d’Agner Nord di (2543 m.) e Sud (2609 m.) e dello Spiz de la Lastia (2303 m), anch’essi con alte pareti sul versante settentrionale.

Il toponimo è di origine pastorale, da agnus; localmente la montagna è chiamata anche Pizzon, nome generico che trasmette però l’idea di grandezza e di struttura piramidale.

La prima ascensione dell’Agner avvenne il 18 agosto 1875 ad opera di Cerare Tomé, Martino Gnech e Tommaso Dal Col. Essi salirono da Voltago alla Malga Agner e poi, per il piano inclinato che caratterizza il versante meridionale del monte, alla forcella del Pizzon; di là si portarono per il fianco Ovest alla cima.

Sulla parete Nord la prima fu aperta il 14 e 15 settembre 1921 da Francesco Jori, Arturo Andreoletti e Alberto Zanutti; la cordata disponeva di quattro chiodi, che non furono usati.

Per lungo tempo la difficoltà e l’importanza di questa via furono sottostimate; solo nel 1934 essa fu ripetuta da una cordata di prim’ordine, Ettore Castiglioni, Vitale Bramani e Bruno Detassis.

Probabilmente questo itinerario fu per tre anni (fino cioè al superamento della parete Nord del Pelmo nel 1924) il più difficile delle Dolomiti.

Nel 1930 Giovanni Andrich e Attilio Tissi vinsero la parete Sud dell’Agner e nel 1931 la parete Nord della Torre Armena. Tuttavia il problema evidente dell’Agner era lo spigolo Nord, che fu superato con difficoltà di sesto grado nel 1932 dai friulani Celso Gilberti e Oscar Soravito.

Nel 1939 Alfonso Vinci e Gian Elia Bernasconi saliranno la parete Nordovest, completando così l’esplorazione delle grandi pareti.

 

 

 

1875 – 18 agosto. Il simbolo delle montagne agordine: l’Agnèr (2872 m.), viene salito da Cesare Tomé, Martino Gnech e Tommaso Dal Col.

 

1921 14/15 settembre. Arturo Andreoletti, Renato Zanutti e la guida Francesco Jori scalano in prima ascensione la gigantesca parete Nordest dell’Agner, realizzando un’impresa veramente storica di assoluto valore. Tale via, che in 22 ore risolve per camini e fessure (da buoni alpinisti classici) i 1500 metri di parete, è classificata di V grado e non di VI. Ciò perché, pur avendo molte caratteristiche per essere di VI grado (l’impegno, la lunghezza, l’ambiente etc.) non ha visto l’uso dei mezzi artificiali e pertanto non si può essere al “limite” delle possibilità umane, e quindi sul VI grado. Oggi questa via è valutata di V+ e chiude il periodo dell’alpinismo cosiddetto “Classico”.

 

1930 - Giovanni Andrich e Attilio Tissi vinsero la parete Sud dell’Agner.

 

1931 – I formidabili Giovanni Andrich e Attilio Tissi salgono la parete Nord della Torre Armena. (Agner - Pale di San Martino).

 

1932 - 28 agosto. Celso Gilberti, con Oscar Soravito, realizza la prima ascensione del formidabile spigolo Nord dell’Agner, alto 1600metri, superando nella parte finale difficoltà di sicuro sesto grado – che oggi sono notevolmente addomesticate dai ripetitori con l’impiego di molti chiodi ad anche di staffe – in arrampicata libera.

 

1934 - Una cordata di prim’ordine, Ettore Castiglioni, Vitale Bramani e Bruno Detassis realizzano la prima ripetizione della parete Nord dell’Agner. Probabilmente questo itinerario fu per tre anni (fino cioè al superamento della parete Nord del Pelmo nel 1924) il più difficile delle Dolomiti.

 

1939 - 15/16 luglio. Alfonso Vinci con Elia Bernasconi affrontano e vincono l’Agnèr alle Pale di San Martino, parete Nordovest, oltre 1300 m. di dislivello con 40 chiodi e un bivacco in parete ed uno in vetta. L’intera ascensione fu effettuata sotto un persistente maltempo.Fu classificata VI°+. Ora: V e VI con tratti in artificiale.

Alfonso Vinci e Elia Bernasconi meritarono per questa grande ascensione le medaglie d’oro e d’argento al valore atletico. (itinerario che vedrà i primi ripetitori dopo ben 40 anni!).

 

1955Vittorio Penzo supera in prima solitaria la Parete Nord dell’Agner.

 

1956 – Viene salito in prima solitaria lo Spigolo Nord dell’Agner per opera di Mario Fabbri.

 

1960Armando Aste con Josve Aiazzi e Franco Solina salgono lo Spiz d’Agner Nord, spigolo Nordovest.

 

1961 - Armando Aste con Franco Solina e Franco Miorandi salgono lo Spiz d’Agner Nord questa volta per lo spigolo Nordest.

 

1967 - Heini Holzer, Günther Messner e Reinhold Messner salgono la parete Nordest dell’Agner e aprono la «via dei Sudtirolesi».

 

1967 - Sepp Mayerl, Heini Holzer e Reinhold Messner in prima invernale vincono lo Spigolo Nord dell’Agner.

 

1968 – Il frenetico Reinhold Messner, accompagnato dal fratello Günther Messner, e Sepp Mayerl salgono la parete Nordest dell’Agner (1400 metri) in prima invernale per una via nuova, ed interamente in arrampicata libera (tranne un breve tratto di 20 metri).

 

1968Reinhard Schiestl e Ludwig Rieser liberano i 20 metri di artificiale non riusciti in libera a Reinhold Messner, Günther Messner e Sepp Mayerl sulla parete Nord Est dell’Agner.

 

1970 – E’ l’anno delle grandi esplorazioni dei massicci meno frequentati e più grandiosi delle Dolomiti.

Enzo Cozzolino e Luciano Corsi sono impegnati sulla parete Overs dello Spiz d’Agner Nord: 800 metri in libera.

Sempre Enzo Cozzolino con Paolo Rumiz vincono la parete Nord dello Spiz d’Agner Sud: 700 metri con l’uso di 8 chiodi.

 

1980Lorenzo Massarotto sale da solo la parete Nord dello Spiz d’Agner e rimane impegnato per 10 ore sulle 24 lunghezze, alcune delle quali estreme, chiodando solo le soste.

 

1980 – Sulla parete Nordovest dell’Agner, lo specialista Riccardo Bee sale realizzando la prima solitaria.

 

1981 – Un capolavoro di bellezza estetica, in arrampicata libera, tra strapiombi che non permettono un’eventuale ritirata è la via Del Cuore sulla parete Nord Est dell’Agner, salita da Sandro Soppelsa con l’onnipresente (in questi luoghi) Lorenzo Massarotto. Usano 13 chiodi intermedi e 25 di sosta.

 

1981 – I fratelli Bruno e Giorgio De Donà in prima invernale salgono la parete Ovest dell’Agner.

 

1983Lorenzo Massarotto con Danilo Musson sulla parete Nord Est della Torre Armena (Agner), ovviamente con pochissimi chiodi aprono una nuova via che sale per 750 metri e supera passi di 6b-.

 

1987 - Lorenzo Massarotto, firma in quell’anno, con Giovanni Rebeschini, una via nuova sull’immensa parete Nord dell’Agner. Sino al settimo grado (6b-) sono le difficoltà superate per uno sviluppo di 1700 metri. E’ implicito il non utilizzo di chiodi ad espansione.

 

1987 - Lorenzo Massarotto, che come abbiamo visto raccoglie il testimone lasciato dai grandi alpinisti che lo hanno preceduto, diviene il più degno e fecondo continuatore della severa tradizione classica.

Firma in quell’anno, con Giovanni Rebeschini, una via nuova sull’immensa parete Nord dell’Agner. Sino al settimo grado (6b-) sono le difficoltà superate per uno sviluppo di 1700 metri. E’ implicito il non utilizzo di chiodi ad espansione.

 

1991 - Lorenzo Massarotto accompagnato da Leopoldo Roman, apre una via diretta sullo Spiz de la Lastia (Agner). In poco meno di 11 ore, con l’uso di 9 chiodi, sale per 1700 metri a destra della via Detassis-Castiglioni. Un capolavoro di esposizione e verticalità.

 

1993 - Nell’estate, Manrico Dell’Agnola e Alcide Prati, specialisti del gruppo del Civetta, realizzano il concatenamento in giornata dello spigolo Ovest della Busazza (Civetta) e lo spigolo Nord dell’Agner (Pale di San Martino), con spostamento in mountain bike. I tempi di scalata? - 3 ore e mezzo per i 110 metri della Busazza e 4 ore per i 1600 metri dell’Agner, tutto in giornata.

 

1998Luigi Dal Pozzo e Pino Fontana aprono sulla parete Sud dello Spiz d’Agner Sud, una via di 500 metri, molto bella e sostenuta (passaggi valutati 7c/7c+), con l’uso promiscuo di spit ed ancoraggi “puliti” (dadi, friends, etc.). Il suo nome, forse non casuale, è Nel Ventre del Drago.