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Kurt Diemberger

 

Kurt Diemberger(1933 -     ) - CAAI

 

 

Kurt Diemberger è l’unico alpinista vivente ad avere all’attivo due prime ascensioni assolute di cime oltre gli “ottomila metri”. Nel 1957 con Hermann Buhl, Marcus Schmuck, Fritz Wintersteller conquistò senza portatori di alta quota e senza respiratori il Broad Peak (8047 m.), introducendo in questo modo lo stile alpino in Himalaya.

Nel 1960 conquistò il Dhaulagiri (8167 m.), probabilmente la cima più alta che sia mai stata raggiunta, in prima assoluta, senza l’uso di ossigeno.

Dopo una pausa di 18 anni, dedicati a viaggi avventurosi in giro per il mondo, nel 1978 Kurt Diemberger ha ripreso a scalare le montagne più alte della terra.

Nel 1978 “infatti” ha raggiunto, in primavera, la cima del Makalu (8481 m.) ed in autunno sempre nel 1978 quella dell’Everest (8846 m.), realizzando il primo film in sonoro sincrono dalla vetta.

All’Everest è tornato diverse volte, ormai ne conosce ogni lato; ha realizzato il film “A due passi dalla cima” per la televisione italiana ed il documentario sul primo tentativo all’inviolata parete Est, per il quale gli è stato riconosciuto un “EMMY”, il massimo premio americano.

Ha poi salito il Gasherbrum II (8035 m.) ed è ritornato a scalare il Broad Peak (8047 m.) – dopo 27 anni!

Ripetutamente è andato al K2, dove ha realizzato quattro film.

Nella catena dell’Hindukush ha legato il suo nome alla prima ascensione di vari seimila e settemila; è stato più volte in Groenlandia, Africa ed America.

E’ conosciuto come “il cineasta degli ottomila” per i numerosi film realizzati in Himalaya. Lo si può definire una persona internazionale avendo partecipato ad oltre venti spedizioni di diversi paesi. Vive tra l’Italia e l’Austria, ma la maggior parte dell’anno la trascorre viaggiando e filmando in montagna, nella giungla, nel deserto. Ha scritto due libri editi dalla Vivalda/CDA: “Tra zero e ottomila” e “Gli spiriti dell’aria”. Il terzo libro “K2 – Il Nodo Infinito – sogno e destino (editore Corbaccio) è il racconto di trent’anni di esplorazioni, tentativi ed infine… la cima, sogno suo e della compagna Julie Tullis; si conclude con la terribile tragedia quando nella bufera persero la vita Julie e altri quattro alpinisti. Ha vinto il primo premio assoluto ITAS-LETTERATURA DI MONTAGNA nel 1989.

Nel 1986 insieme alla compagna Julie Tullis avevano ancora realizzato un film sulla vita dei tibetani di Tashigang, per il quale hanno ricevuto il premio unico per i film in video al Festival di Trento 1987.

Nel 1989 ha vinto il “GRAN PREMIO CITTA’ DI TRENTO GENZIANA D’ORO” con il film-video “K2 – TRAUM UND SCHICKSAL” (K2 – Sogno e destino) a cui sono stati in seguito assegnati numerosi altri premi.

E Kurt Diemberger oggi?... “Solo gli spiriti dell’aria sanno che cosa incontrerò dietro le montagne…ma io vado avanti” dice un vecchio proverbio groenlandese.

Sono stati da poco pubblicati due nuovi suoi libri attualmente in traduzione: Aufbruch ins ungewisse (Piper editore) e Der Siebte sinn (AS editore.).

Da: ANNUARIO Club Alpino Italiano

Sezione Valtellinese – Sondrio

Anno 2002

Pag. 141/143.

 

Kurt Diemberger deve la sua fama agli exploit messi a segno in Himalaya.

Il Broad Peak (8047 m.) fu il primo “ottomila” ad essere scalato in stile alpino, senza ossigeno né tantomeno l’ausilio dei portatori.

Alpinista, documentarista, scrittore, ha al suo attivo sei montagne di quota superiore a ottomila metri ed è l’unico alpinista al mondo ad aver salito due ottomila in prima assoluta: nel 1957 il Broad Peak (8047 m.) e nel 1960 il Dhaulagiri (8167 m.).

 

 

Cronologia delle principali scalate e spedizioni.

 

1948Larmkogel (3014 m.) nell’Hohe Tauern, in Austria: fu la mia prima ascensione, avevo sedici anni; fu allora che decisi di salire in vetta invece di cercare cristalli da solo.

 

1952Cervino, Breithorn, Monte Rosa, Biancograt al Bernina, Piz Roseg, con due compagni, Eric Warta e Gundl Jabornik, spostandosi con la robusta bicicletta di mio nonno, un modello del 1909.

 

1953-54-55 – Molte scalate difficili su roccia e ghiaccio nelle Alpi, con l’amico Wolfgang Stefan, suo abituale compagno di cordata.

 

1956 – (26 Luglio) l’alpinista austriaco, conquistò la Parete Nord del Cervino in compagnia di Stefan Wolfgang.

 

1956 –La prima ascensione della Direttissima della Konigwand al Gran Zebrù. La “Meringa Gigante” era allora il passaggio di neve e ghiaccio più difficile delle Alpi.

 

1957 – La sua prima spedizione in Himalaya in Karakorùm: al Broad Peak. (8041 m.) con pochi compagni; il fortissimo Hermann Buhl, Marcus Schmuck, Fritz Wintersteller Fu la prima ascensione in “Westalpenstil”a un Ottomila (ovvero in “stile alpino occidentale”, senza portatori e senza ossigeno); Sia l’idea che la realizzazione erano di Hermann Buhl.

 

1958Parete Nord dell’Eiger.

 

1958Kurt Diemberger sale la Parete Nord delle Grandes Jorasses per lo Sperone Walker alla Punta Walker. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1958 – settembre. Kurt Diemberger in compagnia di Franz Lindner, realizzano la 3ª salita della Cresta Integrale di Peutérey al Monte Bianco, filmando: questo è tuttora l’unico documento esistente sulla traversata di cinque giorni della più lunga cresta delle Alpi, ed il film ottenne il primo premio al Festival Internazionale del Cinema di Montagna di Trento del 1962. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1960Prima ascensione del Dhaulagiri (8167 m.), con una spedizione svizzera, portata a termine senza ossigeno. Il piccolo aereo che collaborò allo svolgimento della spedizione, il Pilatus Porter, si schiantò senza causare vittime.

 

Dal 1960 in avanti conquistò Dhaulagiri, Everest, Makalu, Gasherbrum II e K2.

1965-66-67-69-71 – Spedizione in Africa (Monte Kenya, Semyen), in Groenlandia (due volte), in Hindukush (due volte).

 

1967 – Varie salite in stile alpino, tra le quali la prima ascensione al Tirich Ovest IV (7338 m.) dal versante Nord, e quella del Tirich Mir (7706 m.) e di altre cinque punte di quella zona.

 

1974 – Prima ascensione allo Shartse, o Junction Peak (7500 m.) e terza spedizione in Groenlandia, girando il film “Nel ghiaccio eterno”, sulle tracce di Alfred Wegener.

 

1978 – In primavera ascensione al Makalu (8481 m.).

 

1978 – In autunno, salita all’Everest (8846 m.).

 

1979 – Ascensione al Gasherbrum II (8035 m.).

 

1980 – Spedizione all’Everest, filmando sino al Colle Sud. A causa del mio lavoro di cineasta persi la possibilità di salire al Lhotse. Dalla prima ripresa con suono sincronizzato della cima dell’Everest sono diventato il “cameraman degli ottomila”.

 

1981 – Direttore cinematografico della spedizione americana alla parete Est, non ancora salita, dell’Everest. Ricevo il Premio Emmy 1982 – 1983.

 

1982 – Esplorazione del K2 (8616 m.) dal versante cinese, dei Gasherbrum, dello Shaksgam.

 

1982Kurt Diemberger. Filmato della spedizione francese al Nanga Parbat: questa fu la prima pellicola che realizzai in compagnia di Julie Tullis. Tra i premi ricevuti per il film c’è anche quello del Festival dei Diablerets 1983.

 

1983 – Spedizione italiana al K2 dal versante Shaksgam: Kurt Diemberger e Julie Tullis fondano “l’équipe cinematografica più alta del mondo”, lavorando e arrampicandosi insieme fino a 8000 metri di quota.

 

1983 Kurt Diemberger e Julie Tullis. Esplorazione dei Gasherbrum da Nord.

 

1984K2, Sperone Abruzzi: riprese cinematografiche e ascensione, con Julie Tullis, fino a quota 7350, realizzando il filmato “K2, the elusive summit”.

 

1984 - Sempre con Julie Tullis, ascensione al Broad Peak. (8047 m.).

 

1985 – Riprese cinematografiche, con Julie Tullis, delle creste Nord-est e Nord dell’Everest.

 

1985 Nanga Parbat (8125 m.), fino a quota 7600. Riprese cinematografiche di “Tashigang, un villaggio tibetano tra il mondo degli dei ed il mondo degli uomini”, con Julie Tullis.

 

1986 - Con Julie Tullis, ancora riprese per Tashigang, e il seguito del K2: è la terza spedizione, insieme, alla montagna dei loro sogni. Al secondo tentativo raggiungono la vetta ma, avendo perduto un giorno, resteranno intrappolati da una terribile tormenta a quota 8000.

Julie Tullis e quattro alpinisti persero la vita. Kurt Diemberger sopravisse alla tragedia sul K2, ma perse per sempre Julie, la sua compagna.

Il racconto della vicenda si trova nel libro “K2 – Il nodo infinito. Sogno e destino”.

 

1987 – Con la spedizione di Ardito Desio, riprese cinematografiche delle misurazioni GPS di Everest e K2 (tese a stabilire la montagna più alta del mondo).

 

1987-88-89-90 – Per lo più spedizioni scientifiche ed esplorazioni in Himalaya e Karakorum.

Ritorna allo Shaksgam e al Nanga Parbat.

 

1991-92 – Partecipazione a due spedizioni con alpinisti catalani allo Shaksgam, prima esplorazione e prima ascensione della parete Est del Broad Peak. Ulteriori esplorazioni per future spedizioni nella zona.

 

1992 – Riprese cinematografiche della spedizione genovese al Cristobal Colon (5800 m.), in Columbia, in occasione di una nuova via in onore di Columbus (per i cinquecento anni della scoperta dell’America), in compagnia di Gianni Calcagno.

 

1993Tibet: riprese cinematografiche invernali, con la figlia Hildegard, per una ricerca etnologica.

 

1994Cina, Shaksgam: prima traversata dal Ghiacciaio Gasherbrum al Ghiacciaio K2 e altre esplorazioni verso le pareti Nord dei Gasherbrum I e II.

 

1995-97 – Riprende l’attività sciistica sulle Alpi e gira da conferenziere in tutto il mondo (Europa, Africa, Asia, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Nordamerica).

 

1998 – Partecipa come fotografo nella spedizione italiana di Tarvisio al Nanga Parbat. Sale in solitaria fino a circa 6000 metri sulla parete Diamir (via Kinshofer).

 

1999 – Diventato ormai quasi “custode dello Shaksgam” parte un’altra volta (la settima) per il deserto d’alta quota dietro il K2 e il Broad Peak, con una spedizione americana. Arriva con un piccolo gruppo superando un labirinto (una vera foresta di guglie di ghiaccio) fino al ghiacciaio Kyagar, praticamente alla fine del mondo, settant’anni dopo il Prof. Ardito Desio.

Al Prof. Ardito Desio, Kurt Diemberger porta una pietra in ricordo a lui che ormai più che centenario, ne è contentissimo.Lascia anche un piccolo deposito per una spedizione futura. Ha capito che c’è ancora molto ignoto.

 

1999 – Un tentativo al Tupungato in Cile fallisce a 5500 metri per una gelida tempesta.

 

2000-2001 – Altro tentativo al Tupungato in Cile fino a 5600 metri. Va con un gruppo come guida fotografica alle Isole Galapagos e alle montagne dell’Ecuador. Scalata del Cotopaxi (5897 m.) e tentativo all’Antizana, con maltempo, fino a 5200 metri.

 

2002 – Estesi viaggi per l’anno internazionale della montagna. Cineasta e accompagnatore al Kilimangiaro.

 

KURT DIEMBERGER:
Unico alpinista vivente ad avere 2 Prime sugli ottomila.
L’altro alpinista che potrebbe vantare questo primato è il mitico Hermann Buhl, scomparso sul Chogolisa nel 1957, proprio con Diemberger, durante il tentativo della vetta dopo aver raggiunto la vetta in prima assoluta del suo secondo 8000 il Broad Peak (8047 m.) insieme a Diemberger e Wintersteller and Schmuck, oltre al Nanga Parbat (8125 m.) raggiunto in solitaria nel 1953, persino contro il volere del suo capo spedizione Karl Herrligkoffer.
Diemberger poi raggiunse la vetta del Dhaulagiri (8167 m.) in prima assoluta senza ossigeno nel 1960 con lo sherpa
Nawang Dorjee, Nima Dorjee e Diener, Forrer, Schelbert, Il 23 maggio fu la volta di Weber e Vaucher.
Complessivamente ha raggiunto 5 vette oltre gli ottomila :Broad Peak, Dhaulagiri, Everest, K2, Makalu, durante il periodo della corsa ai 14 ottomila, poi però non essendo interessato alla gara, si dedicò ad altre attività.
Personaggio di elevata sensibilità particolarmente legato al K2, montagna che lo ha stregato dal primo momento che la vide, Montagna che nel 1986 gli portò via la sua compagna di salite l’inglese Julie Tullis, insieme ad altri 4 alpinisti che si trovavano oltre quota 8000 e una bufera di neve li bloccò e morirono disidratati e per edema cerebrale.
Lo stesso Diemberger riportò gravi conseguenze per il congelamento do mani e piedi, perse un dito della mano.

Dal suo curriculum allegato si possono dedurre le sue eccezionali doti alpinistiche e di resistenza fisica.
È stato uno dei primi a portare in Imalaya lo stile alpino e le salite senza ossigeno, stile che consiste nel portare sulle proprie spalle tutto il material necessario per allestire i campi avanzati sulla montagna da scalare senza l’uso di portatori e l’installazione di corde fisse preventive.
Per una coincidenza sfortunata, anni fa ho perso un’occasione di conoscere Kurt, era venuto vicino al mio paese a tenere una conferenza e la proiezione di alcune delel sue memorabili diapositive e a raccontare qualche suo pezzo di vita montana e non…
Unico alpinista straniero che possa vantare di essere stato insignito del titolo di “socio onorario del CAI ” (Club Alpino Italiano).
Ha scritto molti libri, nei quali racconta le sue esperienze, la tragedia del 1986 sul K2, dedicandogli un libro intero, “K2 il nodo infinito”.
Ha scritto anche
- “Gli spiriti dell’aria” edito dalla Vivalda editore.
- “Tra zero e ottomila” Mondatori editore

In “K2 il nodo infinito” oltre alle vicende accadutegli , viene anche raccontato la tragedia del nostro Renato Casarotto che durante una solitaria al K2 nello stesso periodo della sua disgrazia, cade in un crepaccio mentre stava scendendo per il brutto tempo, e muore poi tra le braccia dei suoi soccorritori, lo stesso Diemberger, Il Ligure Gianni Calcagno, la moglie Goretta; viene poi riadagiato nel crepaccio, dove ancora oggi giace.
Ogni tanto il ghiacciaio ne restituisce le spoglie.
Nei suoi racconti traspare la grande passione per le montagne che lo anima, per quelle montagne che molte volte uccidono le persone a noi care, quelle montagne che richiedono sacrifici enormi per permettere di essere avvicinate.
Kurt non ha mai perso questo Amore, nonostante il K2 e il Monte Bianco, il Chogolisa, gli abbiano portato via amici e compagni fedeli, senza che lui potesse fare qualcosa, o porre rimedio.
Quella montagna, il K2 che si è preso il suo dito, causa un fortissimo congelamento, e tutto malconcio, con il dolore nel cuore per aver perso 5 persone oltre gli ottomila in un colpa solo, dovendo scendere facendo da balia anche ad altri alpinisti che stavano peggio di lui, è riuscito a scendere fino al campo base per essere curato, dove ormai avevano perso le speranze di vedere ancora qualcuno vivo.
Cosa si può ancora dire di un personaggio straordinario, che in passato e ancora oggi a volte sfida tutti e va a cercare cristalli sulle pendici del Monte Bianco, Un personaggio grande, grandissimo, proprio per aver vissuto abbastanza nell’ombra, senza tanti clamori, cercando soprattutto la pace interiore, necessarie per le sue scalate, e per riuscire ad essere quello che è.
Cineasta d’alta quota, conosciuto a livello internazionale, ha girato parecchi film e documentari sulle montagne più alte e selvagge del mondo, ed essendo anche un ottimo alpinista riusciva a seguire le cordate fino alla vetta con la telecamera (che all’epoca in cui ha iniziato non erano poi così leggere).

Vi lascio il suo curriculum alpinistico….

Una Carriera lunga 50 anni e oltre….

Kurt Diemberger è nato a Salisburgo nel 1932, ma da molti anni risiede a Calderino di Monte S. Pietro (Bologna).

1948 – Inizia l’attività alpinista in Austria, sugli Alti Tauri.

1952-’54 - Compie numerose e impegnative ascensioni sulle Alpi Italiane e Svizzere (Cervino, Bianco, Rosa, Bernina).

1956 – Scala la parete Nord del Cervino e apre in prima assoluta la via della Konigswand, nord del Gran Zebrù, per la “meringa gigante”, considerato il più difficile passaggio neve-ghiaccio delle Alpi.

1957 - Con Hermann Buhl sale in prima assoluta il Broad Peak (8047), senzaportatori d’alta quota e senza ossigeno.

1958 – Cinque giorni in parete sulle nord dell’Eiger, delle Grandes Jorasses e sulla cresta di Peuterey (M.Bianco) per girare il film che vinse il primo premio al Film Festival Internazionale di Trento (1962).

1960 – Ascensione in prima assoluta del Dhaulagiri (m 8167), senza ossigeno.

1965-69 – Spedizioni in Africa (Kenia e Alto Semyem), in Groenlandia (tre volte)e in Hindo Kush (due volte) con salita in prima assoluta al Tirich West IV (m.7.338 da nord), al Tirich Mir (m. 7.706) e ad altre cinque cime attorno ai 7 mila.

1974 – Ascensione in prima assoluta dello Shartse o Junxction Peak (m.7.500).

1978 – Salita al Makalu (m. 8481) e all’Everest (dove realizza il primo film sonoro sincrono in cima all’Everest)
1979 - Ascensione del Gasherbrum II (m. 8.035).

1980 – Seconda spedizione all’Everest per completare le riprese cinematografiche.

1981 – Terza spedizione all’Everest in veste di direttore cinematografico di un nuovo film che riceve negli Stati Uniti il prestigioso premio Emmy 1982/83.

1982 – Esplorazioni al K 2 e al Gasherbrum, dove gira con Julie Tullis il film chevinse il gran premio al Festival del Cinema di Diablerets 1983.

1983 - Al K 2 con Julie per girare un film fino a quota 8 mila e poi nuova esplorazione al Gasherbrum (parete nord) per completare il film presentato poi a Diablerets.

1984 – Al K 2 per girare il film “K2, the esclusive Summit” (sullo sperone Abruzzi,quota 7.350). Salita con Julie al Broad Peak.

1985 – Con Julie alla cresta nord e nord est dell’Everest e quindi al Nanga Parbat (fino a quota 7.660) e realizzazione del film “Tashingang, un villaggio tibetano”.

1986 – Salita con Julie e altri 4 alpinisti al K 2. Nella discesa dalla cima una terribile bufera a 8 mila metri travolge la cordata. Julie e gli altri quattro muoiono; Kurt tornerà dopo vari giorni, con mani e piedi congelati, quando già era dato per disperso.

1987-‘90 – Ripetute spedizioni in Karakorum, misurazione delle più alte cime col GPS, ritorno al Nanga Parbat per riprese cinematografiche.

1991-’92 – Due spedizioni al Shaksgam cinese, con salita della parete est al Broad Peak. E riprese della nuova via aperta dai genovesi con la spedizione italiana al Cristobal Colon (m.5.800, Colombia) per il Cinquecentesimo della scoperta dell’America.

1993 – Con la figlia Hildegard realizza la documentazione fotografica della campagna antropologica in Tibet d’inverno.

1994 – Cina, Shaksgam. Prima traversata assoluta dal ghiacciaio Gasherbrum al ghiacciaio K2.
1995-2002 – Spedizioni varie in Sud America e in Karakorum per la realizzazione di nuovi film per le TV europee e americane.
1997 – Proclamato socio onorario del CAI (titolo prestigioso riconosciuto a pochissimi alpinisti e all’unico di loro non nato in Italia).
2000 – E’ chiamato – con altri 5 alpinisti e intellettuali – ad organizzare a Salisburgo la mostra internazionale multimediale “Der Berg Ruft!” che l’Austria dedica alla preparazione del “ 2002 Anno internazionale delle Montagne” e che è rimasta aperta dall’aprile del 2000 all’ottobre del 2002, con un milione di visitatori.

2001 – Il Film Festival di Trento, il più prestigioso festival internazionale del film di montagna, che è sempre stato gestito in base a cinque quote sociali (due alla Provincia e una al Comune di Trento, una ciascuna a CAI e Museo Nazionale della Montagna) istituite tre nuove quote: una ciascuna per Provincia e Comune di Bolzano e, socio onorario senza oneri per la quote e per la gestione, ma con diritto di voto, Kurt Diemberger, che poi è chiamato a presiedere la Giuria Internazionale.