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2000

 

 

2000 – Nei primi giorni di gennaio, la stampa evidenzia la salita compiuta dall’alpinista Marco Anghileri sulla Civetta.(via Solleder).

Egli porta a termine un’impresa, già tentata da Hermann Buhl, che Bepi Pellegrinon non esita a definire «una delle più grandi imprese mai realizzate sulle Dolomiti».

Sulla via aperta da Emil Solleder nel 1925, Marco Anghileri si impegna in una estenuante solitaria invernale.

La prima ripetizione invernale di questo itinerario risale a 37 anni fa, ad opera della cordata Ignazio Piussi, Giorgio Redaelli e Toni Hiebeler, e finora a nessuno era riuscita, nella stessa stagione, la salita solitaria.

Tre dei cinque giorni vissuti in parete sono serviti alle manovre: Marco si arrampica, si cala sulla corda per toglier le protezioni e recuperare il sacco, e risale.

Nelle ultime tre notti il Föhn trasforma la parete in un muro di verglas facendo rischiare il congelamento dei piedi ad Anghileri: «Non ho mai temuto di non farcela. Il secondo giorno, quando si è alzato il vento forte, per un attimo ho pesato di scendere. Le facevo il filo da anni. Due anni fa sullo zoccolo non funzionava il forellino, l’anno scorso nevicava, questa volta non c’era molta neve. Mi sono detto: non posso più aspettare un altro anno. Gli ultimi tre tiri li ho fatti nella bufera, senza guardare dove mettevo mani e piedi. Non capivo più niente.

In cima ho urlato due o travolte, tanto è stata la tensione accumulata. Quando ho riguardato la parete dal basso, non riuscivo a credere di averla scalata da solo».

Da tempo non si registravano imprese del genere! Imprese che alla severità della parete, aggiungono le rigidità del periodo invernale e la “pesantezza psicologica” di essere soli.

 

Ma Anghileri durante l’estate compie un’altra impresa di indiscusso rilievo.

In contrasto con la lentezza necessaria servitagli a salire la via Solleder d’inverno, ora si avvale della velocità: in 14 ore e 10 minuti (dalle 5,15 alle 19,25) spostamenti in bicicletta compresi, concatena le vie: Vinatzer sulla parete Sud della Marmolada (con variante Messner), Solleder sulla Nord Ovest della Civetta e lo spigolo Nord dell’Agner per la via Gilberti-Soravito.

Questa la tabella di marcia: «2 ore e 40 per la Vinatzer, 2 ore e 15 per la Solleder, 3 ore e 25 per lo spigolo Nord dell’Agner. In tutto, 14 ore, 3 in meno di quanto avevo previsto (…). Logisticamente mi hanno assistito a terra nel trasportarmi la bici che utilizzavo per gli spostamenti No, niente attrezzatura. Non avevo nemmeno la corda. Solo due moschettoni e una fettuccia.

(…) Sicuramente mi ha avvantaggiato la buona conoscenza delle pareti, sapevo in ogni momento quale direzione prendere, non ho perso tempo a cercare da che parte andava la salita, se a destra o a sinistra. Invece mentalmente è complicato mantenere la concentrazione per 14 ore. Mentre scali una parete, pensi già a quella successiva. Si resta sempre sotto pressione e bisogna avere una grande forza interiore per ritrovare ogni volta gli stimoli giusti per cominciare una nuova arrampicata».

 

2000 - 23 e 25 agosto. Maurizio Oviglia e Erik Svab, sulla parete Sud-Est della Punta Brendel, 3.498 m, dell’Aiguille Noire de Peutérey hanno realizzato una nuova via… "Nero su Bianco". L'itinerario, si snoda al centro della parete (a destra della via Manera - Meneghin del 15/16 agosto 1981) con uno sviluppo di 940 metri (19 tiri di corda lunghi fino ai 60 metri) e difficoltà massime di 7b e obbligatorie fino al 6b+. La via è stata salita con protezioni tradizionali (chiodi normali, nuts, friends) e senza uso di spit. In parete è rimasto solo un chiodo e alcune soste che coincidono con la linea di doppie attrezzate, in discesa, dai primi salitori. Si tratta perciò di un percorso impegnativo (6 tiri con difficoltà dal 6b+ al 7b) e di grande soddisfazione perché riesce a sfruttare le linee naturali della parete e le possibilità di assicurazione tradizionali senza perciò rinunciare all’arrampicata libera. La via è stata interamente percorsa dai primi salitori in libera e da capocordata. Per una ripetizione prevedere un tempo di salita medio di circa 12 ore. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.