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Vittorio Emanuele Fabbro – (1890 – 1951) - CAAI

 

 

(Trento 18901951) - Vittorio Emanuele Fabbro riassunse al meglio quel mix di passione naturalistica e geografica, patriottismo irredentista, generosità personale e cultura che caratterizzò l’alpinismo trentino a cavallo del secolo. Fu presidente della SAT dal 1938 al 1942 e dal 1944 al 1945, anni difficilissimi in cui occorreva impedire che un intero patrimonio ideale andasse distrutto. Nella montagna egli vedeva la sintesi delle sue esperienze. Arrampicatore, accademico, completava le sue ascensioni con fitti quaderni di appunti ed osservazioni.

Nel 1913 superò la Cresta Ovest-nord-ovest della Brenta Bassa, poi si dedicò soprattutto al Campanile Basso che salì per undici volte da versanti diversi.

Combatté nella Grande guerra a Passo Ombretta e negli Anni Trenta fu autore delle prime guide «Da rifugio a rifugio» del CAI-TCI. La sua biblioteca di oltre 9000 volumi, con esemplari ormai introvabili della letteratura alpinistica tedesca e inglese di fine secolo, è confluita nel Museo tridentino di Scienze naturali.

 

1911 - 11 luglio. Vittorio Emanuele Fabbro e Italo Lunelli raggiungono la vetta del superbo Campanile Alto di Brenta per la parete Nord-est. L’itinerario si svolse per un camino verticale e poco profondo che scende dall'intaglio fra le due cime del campanile e che solca nel mezzo la parete, con una arrampicata assai interessante e divertente. Altezza circa 200 m. Difficoltà: III°+ con un 1 passo IV°. Curiosità: La Sentinella è un curioso obelisco senza importanza, cui ben si appropria il nome datogli da Italo Lunelli e Vittorio Emanuele Fabbro in occasione della loro salita al Campanile Alto per la parete Est. - Catena degli SfulminiGruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1913 - 27 luglio. Vittorio Emanuele Fabbro, M. Geat e C. Lot, aprono la (via SUSAT) al Castelletto Inferiore salendo per la parete Sud con una bella e divertente arrampicata, che si svolge nella prima parte, per il camino d'attacco della via Kiene, che presenta all'uscita un passaggio molto difficile. – Massiccio del GrostèGruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1913 – agosto. Vittorio Emanuele Fabbro sale per lo Spigolo Ovest - (Spigolo Fabbro). Lo spigolo è rivolto alla Cima Margherita ed è formato da tre ripidi risalti separati da due terrazze detritiche. La via supera i primi due risalti, mentre il terzo viene superato da varianti. Arrampicata esposta ed elegante breve e discontinua, una delle più divertenti alla Cima Brenta Bassa nel Massiccio della Tosa. Difficoltà: III°, 2 passi di IV°-. – Gruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1920estate. Vittorio Emanuele Fabbro e Giovanni Strobele tracciarono sulla parete Est della Punta Iolanda la Via Fabbro. Breve e divertente arrampicata da potersi quasi considerare la via normale; difficoltà: II°. - Massiccio di Cima BrentaGruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.

 

1923 – 22 luglio. Vittorio Emanuele Fabbro, Luigi Scotoni, Giovanni Strobele e Vagliani discesero - e fu la prima volta – direttamente in corda doppia dal Campanile Basso fino all’Albergo al Sole) per la Parete Est (Via Comune). - Catena degli SfulminiGruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1923 – 19 agosto. Vittorio Emanuele Fabbro e Luigi Scotoni, in occasione della l° salita italiana del Diedro Sud-Ovest del Campanile Basso iniziarono l'arrampicata alquanto più in alto, a destra. dell’attacco Fehrmann, salirono per pochi metri per una stretta fessura umida, chiusa in alto da un masso, uscirono a sinistra con una traversata di 4.5 m. su scarsi ed esilissimi appigli e proseguirono, sempre con difficoltà, fino a una cengia coperta, che li portò verso sinistra, aggirando uno spigolo, all’'inizio del Gran diedro della via Fehrmann. (Questo attacco è più breve ma più difficile dell'attacco originale Fehrmann), realizzando così la Variante d’attacco Fabbro-Scotoni. - Catena degli SfulminiGruppo di BrentaDolomiti di Brenta.