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Nino Pooli – (1862 – 1935)

 

 

Nino Pooli è una delle più grandi e simpatiche figure dell’alpinismo eroico nel Trentino.

Era un portatore, nato nel 1862 a Covelo, un piccolo paese dal nome emblematico (còveli erano i ripari sotto roccia che i pastori usavano fin dai tempi preistorici) alle pendici della Paganella.

Il suo nome è legato al tentativo di conquista del Campanile Basso condotto con Carlo Garbari e la guida Antonio Tavernaro di Primiero, il 12 Agosto 1897, durante il quale egli individuò la via di salita e vinse la difficile parete iniziale che porta il suo nome.

Ma la vera ragione per cui è ricordato sta nel ruolo che egli ebbe nel trasmettere, nell’innestare quasi, la forza del suo mondo contadino, l’ostinazione, l’abitudine alla fatica, dentro il nuovo alpinismo tecnico e atletico dei «signori», inglesi, tedeschi, italiani, comunque «cittadini».

Con i suoi exploit di generosa fatica egli saldò dunque sulla montagna i valori massimi di due diverse culture che ora, proprio grazie a uomini come lui, si sono unificate, per mantenere la montagna viva, spazio di libertà per gli uomini. Sono i valori dell’antica cultura pastorale valligiana e quelli dell’alpinismo di scoperta. Nino Pooli morì a Covelo nel 1935.

Al Campanile Basso il suo apporto è determinante, anche se la vittoria finale sarà austriaca.

Quando Carlo Garbari giunse al Campanile Basso nel 1897, aveva già alle sue spalle una attività veramente degna di nota, portata a termine il più delle volte con Nino Pooli.

 

Il 12 agosto 1897 i tre giungono all’attacco del Campanile Basso.

Subito Nino Pooli supera una paretina piuttosto scorbutica, poi con difficoltà minori procedono fino a soli 30 metri dalla vetta, raggiungendo un aereo pulpito che in seguito verrà detto il “Terrazzino Garbari”. Essi cercarono di salire direttamente, ma non riuscirono a superare il tratto di parete restante che li avrebbe portati in vetta. Non riuscirono ad intuire la traversata esposta e difficile verso la parete Nord, la quale due anni dopo permise a due studenti austriaci di Innsbruck, Otto Ampferer e Karl Berger, di raggiungere la vetta e realizzare quindi la prima ascensione assoluta.

Infatti Otto Ampferer raggiunse un piccolo pulpito posto sullo spigolo Nord-Ovest, poi si riportò in parete e risalì un tratto verticale e difficile che oggi appunto porta il suo nome. Era il passaggio chiave per raggiungere la vetta; difficile, ma inferiore alla paretina iniziale superata due anni prima da Nino Pooli.

Lo stesso Pooli doveva essersi un po’ dispiaciuto e amareggiato per la sconfitta, ma certamente era convinto di riuscire a passare lungo lo strapiombo dove i tentativi erano falliti. E poi probabilmente voleva realizzare una salita tutta italiana o perlomeno concludere la salita che essi avevano scoperto e realizzato fino a trenta metri dalla vetta.

Così, nel 1904, Nino Pooli ritornò al famoso “terrazzino Garbari” con Riccardo Trenti per superare lo strapiombo.

In merito ancora Massimo Mila dice: “…in una giornata di grazia quale non seppe, in seguito, mai più ritrovare, rischiando tutto in uno sforzo smisurato e spasmodico, passò sullo strapiombo che l’aveva respinto sette anni prima. La guida odierna del Castiglioni, di cui tutti quelli che hanno arrampicato in Dolomiti conoscono l’atroce severità nelle classificazione delle difficoltà, dà ancora oggi, per la paretina Pooli una difficoltà di quinto grado superiore!.

Non fu più ripetuta, né da Pooli ne da altri, fino al 1932, quando la fecero per sbaglio due cecoslovacchi, che credevano fosse la via comune”.

 

1895 - 20 agosto. CarloGarbari e Nino Pooli realizzano la prima ascensione della Punta Attilio Calvi nell’Adamello.

 

1895 - 26 agosto. Carlo Garbari e Nino Pooli salgono in vetta alla Cima Tosa per la parete Est, con una arrampicata interessante (per circa 200 m) che si svolge nel centro della parete concava rivolta alla Pozza Tramontana. Difficoltà: II°. - Massiccio della Tosa - Gruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

189527 agosto. Carlo Garbari con Nino Pooli e Giuseppe Zeni (Bepaccio) sono i primi a salire su una cima innominata e la battezzarono con il nome di Oreste Baratieri , ottimo alpinista trentino. Cima Baratieri. – Massiccio di Cima Brenta - Gruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1895 – 28 agosto. CarloGarbari con Nino Pooli effettuò la prima ascensione dell’ardita ed elegante Punta dell’Ideale (da lui così battezzata) che invece i tedeschi solevano chiamare col suo nome «Torre Garbari». – Massiccio della Tosa - Gruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1896 - 20 agosto. CarloGarbari e Nino Pooli portano a termine la lunga e brillante arrampicata della Cresta Sud-est del Caré Alto. Una parete, bellissima, ardua, ed in alcuni tratti estremamente difficile.

 

1896 - 6 settembre. Carlo Garbari e Nino Pooli aprono una via diretta al Campanile Alto per la parete Sud,(via Garbari). La via si svolge nella parte destra della bella parete rivolta verso il Campanile Basso, ed è più diretta, ma più difficile e meno divertente. Difficoltà: III°+, 1 passo IV°. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1897 - 12 agosto. Coraggioso tentativo di Nino Pooli al Campanile Basso che vinse la difficile parete iniziale giungendo fino a pochi metri dalla vetta con Carlo Garbari e la guida Antonio Tavernaro di Primiero. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di BrentaDolomiti di Brenta.

 

1899 - 18 agosto Otto Ampferer e Kart Berger studenti austriaci di Innsbruck raggiunsero per primi la vetta e realizzare quindi la prima ascensione assoluta del Campanile Basso di Brenta. Otto Ampferer e Kart Berger individuarono il passaggio chiave – la «Parete Ampferer» - dopo che Carlo Garbari, Nino Pooli e Antonio Tavernaro avevano aperto gran parte della via nel 1897. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.

 

1904 - 31 luglio. Nino Pooli ritornò al Campanile Basso al famoso “Terrazzino Garbari” con Riccardo Trenti, superando lo strapiombo e raggiungere finalmente la vetta che nel 1897 l'aveva respinto. Sapeva di farcela, e di forza raggiunse la cima, dopo 35 metri valutati oggi di V° grado superiore. Nel sacco Pooli aveva una grande bandiera di Trento, gialla e azzurra, lunga tre metri. Raggiunta la cima la issò su un palo di cinque metri che si era trascinato dietro e la fece sventolare sul Brenta, tanto che il vessillo fu visto a lungo da tutta la Valle delle Seghe. - Catena degli Sfulmini - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.