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John Percy Farrar - (1857 – 1929)

 

 

John Percy Farrar scalò anche in Sudafrica, Canada e Giappone.

John Percy Farrar fu presidente dell’Alpine Club dal 1917 al 1919.

Membro onorario di quasi tutti i club alpini europei.

 

 

1883 - John Percy Farrar e la guida bavarese Johann Kederbacher di Ramsau aprirono sulla parete Ovest dello Weisshorn (4505 m.) dal versante di Zinal un percorso nuovo, che evitava le scariche di sassi, ma furono rallentati dalle difficili placche sotto la cima e costretti a un bivacco imprevisto prima di raggiungere la vetta.

 

1893 - 26 luglio. John Percy Farrar con Chistian Klucker e Daniele Maquignaz, realizzano la 4ª  ascensione salendo per lo Sperone della Brenva alla vetta del Monte Bianco. Praticando una deviazione che in seguito sarà chiamata Variante Farrar. - Itinerario più facile e semplice e perciò più sbrigativo dell'originale, meglio percorribile al buio perché si svolge su neve. Nella parte iniziale è al riparo da cadute di sassi provocate da altre cordate sulla via originale.

Dal Col Moore si attraversa nel versante Sud ai piedi delle rocce per circa 100 m. scavalcando anche una costola, fino a un canale nevoso che scende dallo sperone e ha origine tra la punta 3873 m. e la crestina di neve-ghiaccio. Lo si sale per metà, quindi si prosegue sui pendii nevosi a sinistra (salendo) che portano sulla crestina suddetta. Dalla metà del canale si può anche proseguire a destra su terreno misto, per prendere la cresta ancora rocciosa dello sperone. - Bianco - Versante della Brenva - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1893 - 26/28 agosto. John Percy Farrar con Daniele Maquignaz e Battista Maquignaz, realizzano la 2ª ascensione del Monte Bianco salendo per il versante Est dell’Aiguille Blanche de Peutérey per la Cresta de Peutérey. - Già definita «la più grande impresa alpina del secolo XIX»... questa grandiosa ascensione è stata ripetuta più volte fino alla fine degli anni 1920, quando venne scoperto un accesso all'Aiguille Blanche meno pericoloso e più pratico In seguito alla costruzione lungo quest'ultima via, nel 1933, del Bivacco Craveri alla Brèche Nord des Dames Anglaises, l'itinerario originale di Paul Güssfeldt è stato completamente abbandonato. - Rimane tuttavia il più facile per raggiungere l'Aiguille Blanche, ma su roccia rotta e molto pericoloso per caduta di sassi nella parte inferiore della parete Est. Alcuni posti da bivacco sui 3000-3200 e 3700 m situati nella parete Est dell'Aiguille Blanche e utilizzati dalle prime cordate (Paul Güssfeldt, John Percy Farrar, Hans Pfann) divennero in seguito storici punti di riferimento per tutte le ascensioni successive. Dislivello di 3500 m. Difficoltà D. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1894 - 31 agosto. John Percy Farrar si cimentò sulla cresta di Zmutt, dove compi ascensione e discesa in compagnia di Daniele Maquignaz.

 

1898 - 16 agosto. John Percy Farrar e Johann Kederbacher con Daniele Maquignaz, salgono dal Col de Miage per l’Aiguille de Bionnassay e il Col de Bionnassay fino in cima al Monte Bianco. Percorso magnifico su creste in gran parte nevose, sempre aeree e affilate, tra le più eleganti del Monte Bianco. Non ripido tranne la salita in parte rocciosa all'Aiguille de Bionnassay, ma impegnativo sulla traversata della sottile cresta del colle, specialmente se di ghiaccio. Dislivello 1600 m, sulla distanza di quasi 6 km. Difficoltà D-. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1904 - 11 agosto. John Percy Farrar con Daniele Maquignaz e Ernest Simond salirono per i Ghiacciai di Plampincieux e delle Grandes Jorasses venne presentata come variante ma invece è una via autonoma, l’unica via interamente di ghiaccio (tranne le roccette finali) alle Grandes Jorasses, perché evita tanto il Reposoir quanto i Rochers Whymper, risalendo la ripida colata del Ghiacciaio delle Grandes Jorasses compresa fra i Rochers Whymper a Ovest e la Tour des Jorasses a Est. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1904 - 13 agosto. John Percy Farrar con Daniele Maquignaz e Ernest Simond, praticarono una variante per raggiungere la vetta del Dôme de Rochefort. Dal Ghiacciaio di Plampincieux raggiunsero la base del versante Est dello Sperone Sudest a circa mezza distanza fra l’estremità inferiore dello sperone stesso (3053 m.) e lo sbocco del canalone del Col des Grandes Jorasses.

Per un pendio esposto, lasciando a sinistra una guglia appuntita, salirono verso una cresta e la seguirono fino a un netto intaglio. Continuarono per il canale aperto a destra di una torre rossastra sormontata da un masso, fino a quando si può raggiungere la cresta al disopra della torre. Tenendosi in seguito a sinistra della cresta, poi a destra, e, per un camino difficile di fronte alle Grandes Jorasses, si portarono sul Crestone Sud-Sud-est fino a raggiungere la cima del Dôme de Rochefort. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.

 

1904 - 17 agosto John Percy Farrar con Daniele Maquignaz e Ernest Simond, salgono per il versante Sud del Mont Blanc du Tacul dal contrafforte di destra e aprono la via Farrar. La via segue le rocce alla sinistra idrografica del canale centrale. Sembra essere meno pericolosa della via Croux. Dislivello 600 m. Difficoltà D-. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1909 - Commentando in appendice al racconto di Humphrey Owen Jones, - John Percy Farrar scrisse sull’Alpine Journal (XXV, pag, 520): «L’evoluzione di queste spedizioni, tra le più grandi mai compiute nelle Alpi, è estremamente interessante, e i nomi delle grande guide, che hanno reso ai loro padroni un servizio così brillante, non saranno facilmente dimenticati, meno di tutti Emile Rey che ha avuto un ruolo importante nella spedizioni del 1880, 1885 e 1893». Sfortunatamente Emile Rey trovò la morte sul Dente del Gigante nel 1895.

 

1918 - John Percy Farrar scrisse un articolo nel nell’Alpine Journal esprimendo un giudizio probabilmente, il più giusto, sulla tragedia della prima salita al Cervino.

Egli osservò che in circostanze normali l’inesperienza di Robert Douglas Hadow sarebbe stata facilmente bilanciata dall’abilità di Charles Hudson e Michel Croz. L’errore è consistito nel legarsi in una cordata unica e nell’ordine della squadra: «La causa reale dell’incidente non fu la scivolata di Robert Douglas Hadow e neanche la rottura della corda, ma la mancanza di coerenza nella cordata formata “casualmente”. La grande lezione che si deve apprendere da ciò che è accaduto è che non si devono affrontare spedizioni rischiose con cordate numerose. Perfino tra gli uomini migliori si genera un falso senso di sicurezza e quasi certamente disattenzione e irresponsabilità».