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Gaudenzio Sella - (1860 – 1934)

 

 

Nipote di Quintino Sella (1827-1884) e fratello di Vittorio Sella (1859-1943), il famoso fotografo.

La figura di Gaudenzio Sella, è più legata alla storia della Banca di famiglia, fondata nel 1886 e da lui diretta fino alla morte (1934), è stata un po’ trascurata dalla storia alpinistica, nonostante la sua ragguardevole attività compiuta in cordata con i fratelli e cugini.

Gaudenzio, si era già fatto notare nel 1880 con la prima invernale al Gran Sasso, compiuta con il cugino Corradino quand’erano studenti a Roma, non mancò ad esempio nella conquista del Dente del Gigante nel 1882 e nella successiva, famosa serie di prime invernali dei Sella che destarono l’ammirazione degli inglesi, come quella alla Punta Dufour, realizzata il 18 febbraio 1889, da cui scaturì la prima idea della Capanna Margherita.

In secondo piano rispetto allo zio e al fratello, confuso nella folta schiera dei famigliari, ma anche schivo per indole e scelta morale, l’ingegner Gaudenzio Sella si rivela come l’instancabile artefice dell’impresa della Capanna Margherita.

Fu lui che, coadiuvato in loco dal Barone de Peccoz, coordinò ogni fase dei lavori, dai vertici del CAI al cantiere in vetta alla Gnifetti.

E’ lui il vero padre dell’opera che costituì un prezioso traguardo molto più che alpinistico per la fragile e velleitaria Italia post-risorgimentale, in cerca di un posto tra le nazioni europee.

La Capanna Margherita conseguì, infatti, un ambito primato sulla scala internazionale da un duplice punto di vista: tecnico per l’arditezza e la solidità della costruzione in condizioni estreme, scientifico per i risultati che un laboratorio a quella quota avrebbe consentito, nell’epoca in cui il progresso tecnico e scienza positiva erano la religione corrente.

 

1882 - 28 luglio. Jean-Joseph Maquignaz, in quattro giorni, assistito dal figlio Battista Maquignaz e da suo nipote Daniele Maquignaz aprirono una via sulla parete che porta alla cima Sudovest del Dente del Gigante (4014 metri) che raggiunsero. Il giorno dopo guidarono i loro clienti, quattro membri della Famiglia Sella (i fratelli Alessandro, Alfonso e Corradino e il loro cugino Gaudenzio), sulla stessa via. Alessandro Sella riferì che in diverse posizioni furono «costretti a scavare la roccia» e che a un certo punto «dovettero formare una scala con le piccozze.». Piazzarono inoltre dei pioli di ferro ai quali appesero 100 metri di corda. Di tutti questi mezzi artificiali oggi restano delle grosse funi periodicamente sostituite. Tutto questo armamentario, per non parlare degli «scavi» e dei pioli di ferro, ha contribuito a screditare la scalata di Jean-Joseph Maquignaz, probabilmente molto difficile per quel periodo, ed è triste che, per quanto riguarda questa scalata come per quella sulla Cresta italiana del Cervino, la diretta della parte finale, non si sia in grado di formulare una valutazione adeguata delle sue conquiste. La cosa più sorprendente è che dopo tanto lavoro le guide non siano riuscite a raggiungere il punto più alto neppure nelle due ripetizioni avvenute poco dopo. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.

 

1888 - 5 gennaio. Corradino Sella, Erminio Sella, Gaudenzio Sella e Vittorio Sella con Emile Rey, Jean-Joseph Maquignaz e Daniele Maquignaz, realizzarono la 1ª salita invernale per lo Sperone delle Tournette da Sud-Ovest, con discesa ai Grands Mulets: È la prima via aperta sul versante Sud-Ovest del Monte Bianco e su questo lato è rimasta la più classica ed elegante, anche se un po' esposta alla caduta di pietre nella parte inferiore. Un tempo era molto frequentata quale via d'accesso italiana al Monte Bianco e questo giustificò anche la costruzione di un primo rifugio a quota 3107 m, dimostratosi ben presto insufficiente e sostituito (nel 1885) dall'attuale Capanna Quintino Sella, eretta poco più sopra. Dopo la scoperta nel 1890 (1 agosto) della più comoda e facile via per il Ghiacciaio del Dôme, questa per lo Sperone delle Tournette è stata trascurata ma rimane tuttora la via più seguita del versante Sud-Ovest. A volte viene indicata, erroneamente, come «via dei Rochers.». Segue lo sperone in gran parte roccioso che dalle rocce della Tournette 4740 m. sulla Cresta delle Bosses si abbassa verso Sud-Ovest fino a immergersi a 3750 m. nel Ghiacciaio del Monte Bianco. Dislivello dal ghiacciaio circa 1100 m. Difficoltà D-, II e passaggi di III grado. - Bianco - Versante del Miage - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.