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Armand Charlet – (1900-1975) - (Guida)

 

 

Nato ad Argentière (9 febbraio 1900), il bel villaggio posto nei pressi di Chamonix, Armand Charlet fu sempre un montanaro al mille per mille. E delle grandi guide alpine valligiane che lo avevano preceduto, conservò sempre quello spirito classico e quel modo di affrontare la montagna a “mani pulite”. In tutta la sua carriera alpinistica egli rifiutò sempre drasticamente l’impegno dei mezzi artificiali e l’uso delle tecniche di assicurazione. Charlet fu soprattutto l’uomo del “misto”, dove veramente la sua maestria e la sua “confidenza” con questo terreno repulsivo e difficile, erano leggendarie. Fu guida, ma svolse anche un’attività di primissimo piano di propria iniziativa, risolvendo i più grandi problemi di allora, rappresentati dai versanti più repulsivi di ghiaccio e misto del Bianco. Ma l’amore di tutta la sua vita fu sicuramente la bella Aiguille Verte, che pare egli abbia salito più di cento volte, aprendovi vie nuove su ogni versante. Charlet aveva quell’istinto innato, quell’equilibrio naturale, che gli permettevano di essere a proprio agio su qualsiasi terreno, dal ghiaccio alla roccia. Pur calzando scarponi chiodati, a volte seppe superare in maniera straordinariamente elegante passaggi ancora oggi valutati di quinto grado, come il tratto chiave posto sull’Isolée delle Aiguilles du Diable sul Mont Blanc du Tacul, la lunga e magnifica cresta di cui Charlet fece la prima ascensione nel 1928 con Miss O’Brien, Robert Underhill e Geoges Cachet. Il passaggio oggi è facilitato da numerosi chiodi, ma il racconto che i primi salitori fecero della prodezza di Charlet, è indimenticabile e si tinge, col tempo, quasi di leggenda.

Sul ghiaccio fu un vero maestro, infatti portò la tecnica del “cramponnage” (ossia dell’uso dei ramponi a dieci punte) laterale a dei livelli di raffinatezza incredibili, riuscendo a superare senza gradinare il ghiaccio dei pendii inclinati fino a 60 gradi! Non per nulla la tecnica scoperta da Charlet, sarà la base di tutta la progressione su ghiaccio, fin quando il rampone a dodici punte (con quattro punte frontali) e l’uso della piccozza in trazione, non permetteranno la creazione di una nuova tecnica che si basa sulla posizione frontale dell’arrampicatore rispetto al pendio e non laterale come richiedeva il rampone a dieci punte. Charlet per molti anni è stato professore alla scuola d’alpinismo di Chamonix, la famosa E. N. S. A., dove vengono formate le guide alpine francesi.

Modestissimo, schivo, tipico montanaro savoiardo, Charlet non ha mai scritto nulla e non ha mai lasciato alcun resoconto delle sue imprese. Comunque egli resta nella storia dell’alpinismo come uno dei più grandi, soprattutto per il modo e lo stile con cui praticò il suo alpinismo. Con un uso ristrettissimo di mezzi tecnici, praticamente limitati alla piccozza ed ai ramponi, egli seppe affrontare con grandissimo coraggio e risolvere problemi alpinistici che ancora oggi vengono accuratamente evitati (salvo rari casi) dalle nuove generazioni. Il terreno “misto” richiede serenità d’animo, pazienza e provata esperienza. Forse l’arrampicata su roccia è più difficile dal punto di vista tecnico ed atletico, ma permette una valida assicurazione. Sul terreno misto tutto è insicuro, infido, si è costantemente esposti alle scariche di ghiaccio e di sassi. Velocità, sicurezza interiore (più che assicurazione tecnica), esperienza: queste le doti dell’alpinista che si avventura su questi versanti. E queste doti Charlet possedeva in misura tale da essere definito senza tema di smentita (proporzionalmente ai mezzi dell’epoca) come il più grande specialista di questo tipo d’arrampicata.

Nella “corsa” per la conquista della parete nord delle Grandes Jorasses, dovette rinunciare non certo per incapacità, o per mancanza di coraggio, ma solo perché la parete richiedeva l’uso di quei mezzi (chiodi, moschettoni, manovre di corda, pedule da roccia) che egli aveva sempre rifiutato.

Caposcuola per un trentennio e leggendario solista, è Armand Charlet (1900-1975) guida alpina in quel di Chamonix. Un inflessibile purista, al punto da rifiutare qualsiasi mezzo artificiale e l'uso delle tecniche di assicurazione, addirittura continuando ad arrampicare su roccia con scarponi chiodati quando tutti usavano pedule, mantenendosi fedele ai vecchi ramponi a dieci punte al posto di quelli a dodici e ciononostante dando prova di straordinaria raffinatezza nel loro uso laterale senza aver bisogno di gradinare, nemmeno su pendii di 60 gradi. Un formidabile ghiacciatore come sul terreno dell'infido misto, che verosimilmente avrebbe potuto competere con chiunque anche su roccia se non si fosse fermato alla tecnologia del primissimo novecento. Nella sua storia dell'alpinismo Gian Piero Motti lo definisce "il Preuss delle Alpi Occidentali". Nel 1924 diventa guida avendo alle spalle quasi tre lustri di salite (la prima a 10 anni); leggendaria l'estrema rapidità con cui conduce a termine le ascensioni e la preveggenza nell'interpretare i mutamenti delle condizioni meteorologiche. Il suo curriculum è sbalorditivo: oltre 3000 ascensioni, di cui 1800 difficili, 100 volte l’Aiguille Verte, 72 volte il Grépon, 52 l’Aiguille du Chardonnet, 39 il Monte Bianco, 22 i Drus. Alcune sue "perle" alpinistiche: la grandiosa "course" nel 1928 della prima traversata completa delle Aiguilles du Diable, effettuata senza usare chiodi e con scarponi chiodati, assieme a Robert Underhill, Georges Cachat e Miriam O'Brien (quella della nota “via Miriam” alle Cinque Torri in Dolomiti); numerose vie nuove sull’Aiguille Verte; la prima del versante di Nant Blanc dell’Aiguille Sans Nom del 1928 con Camille Devouassoux (ripetuta solo nel 1977) e decine di altre. In aggiunta, la ragguardevole attività invernale con salite ai Drus, al Grépon, al Dent du Requin e all'Aiguille de Bionnassay, considerato tutto ciò, Armand Charlet poteva benissimo accreditarsi come il più autorevole pretendente francese alla prima della Parete Nord delle Grandes Jorasses che “in effetti” tentò più volte, ma che non gli poteva riuscire proprio per il suo rifiuto della "tecnica orientale" e delle novità in fatto di equipaggiamento. Pur essendo presidente per molti anni della Compagnia delle guide di Chamonix, direttore per dodici anni dell'École Nazionale de Ski e d'Alpinisme, sindaco di Argentière per vent'anni, ufficiale della Legion d’Onore e più volte decorato come soccorritore alpino, era un uomo molto riservato e schivo della notorietà. È autore di un libro di memorie “Vocation alpine”.

 

 

 


1925 - 8 luglio. Armand Charlet e Antoine Ravanel effettuarono la prima ascensione dell’Isolée con scarponi ferrati e senza nessun chiodo da roccia, attaccando da sotto la Brèche de l’Isolée. Un passo di V. - Aiguilles du Diable - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1925 – 14 luglio. Le due guide Armand Charlet e Antoine Ravanel con Emile Robert Blanchet realizzarono la seconda ascensione dell’Isolée, attaccando da sotto la Brèche de l’Isolée. Un passo di V. - Aiguilles du Diable - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1925 - 1 settembre. Armand Charlet e Antoine Ravanel (guida) con Jean Chaubert, realizzano la prima ascensione della Corne du Diable e della Pointe Chaubert nella stessa giornata. - Aiguilles du Diable - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1925 - 1 settembre. Armand Charlet e Antoine Ravanel (guida) con Jean Chaubert, salirono da Sud-Ovest per il canale dopo il Clocher del Col du Diable ed è l'itinerario più sicuro per la discesa; è bene reperirlo in salita, per non perdere tempo sul pendio di pietrame. Dislivello 350 m. Difficoltà PD. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1926 - Armand Charlet, Antoine Ravanel con Emile Robert Blanchet e altri, scendendo dal Mont Blanc du Tacul riuscirono a trovare le vie d'accesso a tutte queste guglie di traversata delle Aiguilles du Diable. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1926 – 23 luglio. La prima ascensione della Pointe Mediane viene effettuata da Emile Robert Blanchet e Jean Chaubert con le guide Armand Charlet e Jean Devouassoux. - Aiguilles du Diable - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1926 - 31 luglio. A. Jacquemart e M. de Prandières con Armand Charlet, salirono la Pointe François Simond da Sud che però raggiunsero l'attacco dal Nord, partendo dalla Brèche du Tacul. Breve salita di 4° grado. Lo spuntone secondario a Sud fu salito pure in quel giorno dal solo Armand Charlet. Lo Spigolo Nord degli spuntoni gemelli è ancora da salire. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.

 

1926 - 31 luglio. La signorina G. de Longchamp con A. Jacquemart, M Galichon, M. de Prandières e la guida Armand Charlet, praticarono una variante per salire alla Brèche du Tacul e per evitare il pericolo di pietre nel canalone, salirono la crestina secondaria della sua riva destra orografica. L'itinerario è però molto difficile e non semplice a trovarsi. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.

 

1926 - 31 luglio. La signorina G. de Longchamp con A. Jacquemart, M Galichon, M. de Prandières e la guida Armand Charlet, praticarono una variante in discesa dalla Brèche du Tacul - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.

 

1926 - 26 agosto. Armand Charlet, partendo dal terrazzino fra le due punte delle Pointe Carmen raggiunge la puntina Est, la più bassa, che termina con una lama di granito alta 6 m. - Aiguilles du Diable - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1928 – luglio. Armand Charlet compie il primo tentativo allo Sperone Walker delle Grandes Jorasses.

 

1928 - 18 luglio. Armand Charlet e Alphonse Chenoz (guida) con L. Brincard, salirono per la cresta delle Dames Anglaises realizzando la 2ª ascensione della via classica dell’Aiguille Blanche per la Cresta di Peutérey. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1928 - 4 agosto. Armand Charlet e Georges Cachat (guida), assunti dagli americani Miriam O'Brien e Robert Underhill (futuro marito della O’Brien) realizzano la prima traversata completa delle cinque guglie delle Aiguilles du Diable (Cresta del Diavolo) del Mont Blanc du Tacul, per la Cresta Sud-Est. - Il passaggio chiave della scalata risultò l’Isolée, un passaggio di V grado che Armand Charlet ritenne poco più facile della Fessura Knubel sul Grépon (sebbene sia 700 m. più alto). Nei punti critici (ora attrezzati con chiodi) Armand Charlet si aiutò incastrando la piccozza. Infatti, non fu utilizzato un solo chiodo in tutta la scalata. Miss O’Brien ha scritto: «Non ho mai visto Armand, in tutte le scalate che abbiamo fatto insieme, utilizzare un solo chiodo se non nelle calare a corda doppia.». Chi ha seguito questa via (oggi ben attrezzata con chiodi) ha messo in dubbio questa affermazione. (Il libro di M. Underhill, Give me the Hill, 1956, mostra quattro foto di Charlet mentre conduce sul tiro difficile senza chiodi). Il resto dell’arrampicata si svolge al di sopra del limite dei quattromila metri. Dislivello 650 m. dal ghiacciaio ma con sviluppo di circa 1000 m, dei quali almeno 250 sono di bella arrampicata. Difficoltà D/D+ con tratti di IV e un passaggio di V, evitabile. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1928 - 10 agosto. Il primo vero tentativo compiuto per la parete Nord dello Sperone Walker delle Grandes Jorasses venne effettuato da Leopoldo Gasparotto, Alberto Rand Herron e Piero Zanetti con Armand Charlet ed Evariste Croux: raggiungendo la massima altezza raggiungibile senza chiodare. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1929 - 19 marzo. Armand Charlet e Roger Frison-Roche, realizzano la 1° traversata invernale del Col de Miage per il versante francese. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1929 - 20 marzo. Armand Charlet e Roger Frison-Roche; H. Horlin, Erwin Schneider e H. Schröder, realizzano la 1° invernale dalla parete Nord Ovest dell’Aiguille de Bionnassay. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1929 - 20 marzo. Armand Charlet e Roger Frison-Roche, realizzarono la 1ª invernale della Cresta Nord-Est delle Dômes de Miage con un percorso interessante e molto panoramico. Dalla Cabane Durier 3358 m. si segue il filo della cresta, che dopo una depressione risale regolare toccando prima la rocciosa quotata 3595 m. poi la cima 3672 m. dalla quale si abbassa a sinistra la cresta verso il Col Infranchissable e in piano la cima più alta. - Gruppo Miage - Massiccio del Monte Bianco.

 

1932 - 1 luglio. Il versante Nord dell’Aiguille Verte nella parete Nord la cui via diretta fu aperta da Marcel Couturier con Armand Charlet e Jules Simond.

E’ oggi una delle salite più amate dalla conca d’Argentière, «paragonabile alla parete Nord dell’Ortles, pur non presentando gli stessi pericolosi precipizi ghiacciati» afferma Pit Schubert.

 

1932 - 22 luglio. Il versante Nord dell’Aiguille du Jardin non fu oggetto d’attenzione fino a quando Armand Charlet, Paul Dillemann e Jules Simond dal ghiacciaio dell’Argentière salirono al Col Armand Charlet.

 

1934 - 5 luglio. Armand Charlet con Robert Gréloz opera un altro tentativo per la parete Nord dello Sperone Walker delle Grandes Jorasses riprendono l'itinerario di Giusto Gervasuti e Piero Zanetti: superano la seconda torre e poi si innalzano sul filo dello Sperone Croz fin sui 3600 m, più in alto dell'inizio della traversata del nevaio medio. Però Armand Charlet non aveva visto il diedro, perché si era lasciato attirare da quella cengia invitante che porta verso sinistra, a metà del nevaio medio, ed era così andato a finire proprio sullo spigolo, dove non sembra che ci sia da stare molto allegri. Questa volta Armand Charlet non aveva ceduto ad alcun sortilegio: ma dovette fermarsi, arrampicando in scarponi ferrati e senza piantar chiodi, di fronte ad «une paroi extremement abrupte, infranchissable sans procédés artificiels». - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1934 - 5 luglio. Armand Charlet e Robert Gréloz percorsero per la prima volta una Variante scappatoia per il Couloir Face Aux Périades nella ritirata dalle Grandes Jorasses dal loro tentativo di salita alla Pointe Croz per lo Sperone Croz. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1934 – 29 luglio. Rudolf Peters, che ha alle sue spalle un’eccellente preparazione sulle Alpi Calcaree, attacca la parete Nord delle Grandes Jorasses con Peter Haringer e viene raggiunto il 30 luglio dagli italiani Renato Chabod e Giusto Gervasutti. Poi giunge anche il velocissimo Armand Charlet che supera tutti con Fernand Bellin e sale molto in alto, fino a circa 3500 metri di quota. Però improvvisamente si scatena una bufera e tutte le cordate decidono di ritirarsi, ad esclusione di Rudolf Peters e Peter Haringer che continuano imperterriti, superano il passaggio chiave fra nevaio medio e nevaio superiore, risalgono il nevaio superiore, bivaccano sulle rocce sovrastanti che però restano bloccati in parete dal maltempo, la tormenta li costringe alla ritirata. Solo il 2 agosto Rudolf Peters riesce a ritornare incolume alla base della parete, dopo di avervi passato cinque giorni e quattro notti dopo una tragica ritirata in cui Peter Haringer perse la vita. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1934 - 30 luglio. Renato Chabod e Giusto Gervasutti raggiunti da Armand Charlet e Fernand Bellin percorsero la Variante scappatoia per il Couloir Face Aux Périades nella ritirata dal loro tentativo di salita sulle Grandes Jorasses alla Pointe Croz per lo Sperone Croz. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1935 - 1 agosto. Armand Charlet e Antoine Ravanel (guida) con Paul Dillemann salirono da Nordovest per il glacier des Bossons raggiungendo la vetta del Mont Maudit. La via sale verso la Pointe Durier e passa poi alla sua sinistra, uscendo al margine Ovest della conca tra il Mont Maudit e il Mont Blanc du Tacul. Costeggia la Cresta Nordovest, la raggiunge per un camino a una spalla sopra la Pointe Durier e la percorre, lasciando a destra la Pointe Mieulet, fino a toccare il Col du Mont Maudit e la vetta. - Via su terreno misto, raramente seguita. 1000 m, D con passaggi di IV grado. – Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1935 - Il 22 agosto Armand Charlet e D. Platonov salirono la turrita Arête des Montets, per via principale Nord che sale direttamente in vetta dell’Aiguille Verte. La Nant Blanc è una delle più belle scalate miste delle Alpi.

 

1937 - 2 luglio. Armand Charlet (guida) con M. A. Azema, dal bacino superiore del Ghiacciaio della Brenva seguirono dapprima la Variante Güssfeldt fin sullo Sperone della Brenva. Proseguirono obliquando a sinistra la via Diagonale attraverso tutto il gran pendio superiore, per raggiungere a circa 4300 m. la sommità della costola rocciosa che costituisce la sponda sinistra del gran canale centrale che scende da sotto la vetta del Monte Bianco. Traversarono ancora a sinistra ripidi pendii minacciati da seracchi fino a raggiungere sulle rocce la parte superiore della via della Sentinella Rossa, poco prima della sua uscita sui pendii superiori. Itinerario esposto alla caduta di ghiaccio, raramente percorso. D. - Bianco - Versante della Brenva - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.