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Grand Pilier d’Angle – 4243 m.

(Gruppo del Monte Bianco)

(Massiccio del Monte Bianco)

 

 

GRAND PILIER D'ANGLE 4243 m. - «Grande pilastro d'angolo» sulla Cresta di Peutérey.

Inizialmente der Eckpfeiler, nome dato da alpinisti tedeschi. Si alza di oltre 300 m. sopra il Col de Peutérey e sopra l'alto bacino di Frêney. Verso il Ghiacciaio della Brenva presenta grandiose pareti alte fino a 900 m. che l'hanno reso alpinisticamente importante, in quanto vi sono stati tracciati numerosi itinerari su ghiaccio, misto e roccia che sono fra i più impegnativi delle Alpi.

Il Grand Pilier d’Angle viene toccato nelle salite al Monte Bianco per la Cresta di Peutérey.

Anche quando vengono compiute ascensioni sulle sue difficili pareti il proseguimento al Monte Bianco è ritenuto l'uscita più logica, in quanto rappresenta, salvo casi particolari, la via di ritorno più semplice e meno pericolosa.

 

Il Grand Pilier d’Angle è punto di passaggio obbligato per salire al Monte Bianco lungo la Cresta di Peutérey, sia provenendo dal versante della Brenva sia dal Col de Peutérey o dal Bacino di Frêney. La quota sommitale 4243 m. si trova proprio nel punto dove la cresta cambia direzione con un angolo (da Sud-Nord diventa Est-Ovest), da cui il possente pilastro ha preso il nome.

La sua parete Nord, unita alla parete della Brenva, è un insieme di costole e placche di ottima roccia alternate a canali di ghiaccio, sovrastati da un ghiacciaio sospeso.

Nell’altra parete Est (quasi 900 m.) si trova una gran placca di roccia rossastra e compatta che viene chiamata Scudo Rosso, mentre nella sua parte inferiore vi sono zone di roccia rotta. La parete Sudest è invece di minore altezza, con rocce ancora instabili a causa della frana del 1920.

Qui di seguito verranno descritte tutte le vie che iniziano dal Ghiacciaio della Brenva e che salgono al Grand Pilier d’Angle. Sono itinerari superbi su ghiaccio, misto o roccia, tutti di carattere completo e molto difficili.

Da semplice spalla del Monte Bianco quale era il Grand Pilier d’Angle è diventato dal punto di vista alpinistico una cima a sé, ma non indipendente. Dalla sua sommità, anche dopo le vie più difficili, di solito tutte le cordate proseguono la salita per la nevosa Cresta di Peutérey, la più elegante delle grandi creste che portano sul Monte Bianco. E’ la migliore soluzione sia estetica che pratica, in quanto il ritorno dalla vetta del Grand Pilier d’Angle sarebbe non facile oltre che pericoloso. Del resto queste vie sono considerate nel loro insieme fra le più impegnative delle Alpi proprio perché giungono fino alla cima del Monte Bianco.

Vie più ripetute: Dufour–Fréhel con variante Boivin-Vallencant (completamente su ghiaccio), Bonatti-Zappelli da Nord, Bonatti-Gobbi da Est e Nordest e Divine Providence, per lo “Scudo Rosso” della parete Est, attualmente la più ambita.

Il Grand Pilier d’Angle di 4243 metri di altezza, in realtà è solo un’elevazione della Cresta di Peutérey (2-4 ore dal Col de Peutérey).

 

Il Grand Pilier d’Angle dal Ghiacciaio della Brenva.

Il Grand Pilier d’Angle 4243 m. è una spalla ben individuata del Monte Bianco sulla Cresta di Peutérey. Tutte le 17 vie che attualmente lo raggiungono con partenza dal versante Brenva (pareti Nord, Est, Sudest), fra le più difficili del gruppo, hanno il loro logico completamento lungo la cresta fino al Monte Bianco, anche perché non esiste una via più semplice e sicura per scendere dalla spalla. Il dislivello tra la cima del Grand Pilier d’Angle e il Monte Bianco è di circa 600 m, lo sviluppo di circa 1300 m.

 

Il Grand Pilier d'Angle, che risulta essere tra i quattromila più difficili e meno frequentati, è essenzialmente una spalla del Monte Bianco, localizzata lungo la Cresta di Peutérey nel punto in cui questa, salendo dal Col de Peutérey, cambia nettamente orientamento piegando verso Ovest. L'interesse alpinistico del Grand Pilier d'Angle è però notevole, e non esistono vie facili per raggiungerne la vetta; la salita lungo la Cresta di Peutérey, pur non essendo certamente una passeggiata, è la meno complicata tecnicamente oltre ad essere di una straordinaria eleganza, svolgendosi lungo una delle creste più belle, classiche e famose dell'intera cerchia alpina. La via di "discesa" migliore consiste sicuramente nel proseguire la salita sino a raggiungere la vetta del Monte Bianco, per poi scendere lungo una delle sue facili vie normali. In questa ascensione, oltre ad un'adeguata preparazione tecnica e fisica per salite di questo genere in alta quota, sono fondamentali delle condizioni meteo adeguate; è assolutamente sconsigliabile farsi sorprendere dal maltempo su questa cresta... Attenzione in particolar modo ai crepacci nell'attraversamento del Ghiacciaio di Freney ed all'aerea cresta sommitale dell'Aiguille Blanche de Peuterey. In via si trovano raramente dei chiodi.

 

 

 

 

 

1822 - 18/20 agosto. F. Clissold con Joseph-Marie Couttet, Mathieau Bossonney, David Couttet, Jacques Couttet, Pierre-Marie Favret e Jean-Baptiste Simond, passarono dal Grand Pilier d’Angle per raggiungere la cima del Monte Bianco di Courmayeur, effettuando per questa via la 1ª ascensione - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1877 - 28/31 luglio. Nessun riferimento alla storia alpinistica sarebbe completa senza prima richiamare l’attenzione sulla straordinaria ascensione del Monte Bianco da parte di James Eccles, Michel Clement Payot e Alphonse Payot. Essi raggiunsero il bacino superiore del ghiacciaio di Frêney dal ghiacciaio del Brouillard, attraversando la Cresta dell’Innominata e scendendo i pendii sotto il Col Eccles. Quindi salirono un ripido canalone che porta alla Cresta di Peutérey sopra il Grand Pilier d’Angle e raggiunsero la cima del Monte Bianco di Courmayeur in neanche nove ore dalla partenza dal loro bivacco sotto il Pic Eccles. Questa via passò vicino alla Cresta Nordest dell’Aiguille Blanche de Peutérey e fornì la chiave per la sua prima ascensione. – Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1921 - 7/8 agosto. Adolf Aufdenblatten e Alfred Aufdenblatten (guida) con S. L. Courtauld, E. G. Oliver e G.I. Finch, salirono per il Couloir Eccles che è lo stretto canale nevoso situato tra le rocce più orientali del versante Sud del Monte Bianco di Courmayeur e il roccioso versante meridionale del Grand Pilier d’Angle. È stata la prima via aperta sull'allora inesplorato versante Sud del Monte Bianco, realizzata attraverso il Ghiacciaio del Brouillard, il Pic Eccles e il Col Eccles, l'alto bacino del Ghiacciaio di Freney, il Couloir Eccles e la parte superiore della Cresta di Peutérey. (Realizzando la 2ª salita di questa cresta). È un po' tortuosa ma varia e interessante e si svolge quasi interamente su neve-ghiaccio. Il percorso originale nel suo insieme non viene però più seguito in quanto è stato rettificato da altri itinerari più diretti. Dislivello dai Bivacchi Eccles 1100 m. Difficoltà D. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1927 - 30/31 luglio. Ludwig Obersteiner e Karl Schreiner, salirono per la cresta delle Dames Anglaises concretizzando la prima ascensione della «piccola» (via classica della Cresta di Peutérey). - Raggiunge l'Aiguille Blanche dal Ghiacciaio di Frèney. Itinerario grandioso su terreno misto, uno dei più classici delle Alpi. È lungo, vario, complesso; roccia facile ma piuttosto rotta. Creste nevose eleganti, ambiente magnifico; la cresta sommitale dell'Aiguille Blanche e specialmente la parte finale della ripida Cresta di Peutérey sono spesso di ghiaccio. Con partenza dal Rifugio Monzino si può prevedere un bivacco al Col de Peutérey sulle rocce del Grand Pilier d’Angle (ma con buone condizioni la via è stata compiuta più volte in giornata fino alla vetta del Monte Bianco). Dal Bivacco Craveri è normale compiere la salita in giornata. Se non si passa dal Bivacco Craveri, per raggiungere la rocciosa cresta Sud-Est dell'Aiguille Blanche si utilizza il Canale Schneider, che offre la via più breve e pratica. Questa possibilità venne scoperta da Erwin Schneider ed H. Hoerlin il 31 marzo 1929; seguita poi da H. Hoffmann, C. O. Koch e R. Rolfes il 6 agosto 1929 raggiungendo il canale per una cengia che inizia all'altezza dell'isolotto roccioso situato sotto la Punta Gugliermina; un ulteriore accesso di solito più agevole dal ghiacciaio venne percorso da Alexander Graven e Josef Knubel (guide) con Thomas Graham Brown il 30 luglio 1932, ed è l'itinerario che segue dal loro inizio le Cenge Schneider. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1935 - Viene costruito il Bivacco della Fourche, situato a 3684 m. al Col de la Fourche, sull’aerea cresta spartiacque e di confine. E’ stato rifatto nel 1985 ed è di proprietà del CAAI: E’ di legno rivestito di lamiera, dispone di 12 - 15 posti su tavolati con materassi ed è sempre aperto. Dedicato a due alpinisti torinesi Corrado Alberico e Luigi Borgna, sepolti da valanga il 17 agosto 1934 nel canalone sotto il Col de la Brenva, che sta proprio di fronte.

Il Bivacco serve per tutte le impegnative ascensioni che attaccano dal Ghiacciaio della Brenva: dal Mont Maudit al Monte Bianco, al Grand Pilier d’Angle, al Col de Peutérey a all’Aiguille Blanche de Peutérey. Per praticità nel testo verrà sempre indicato, con il vicino Rifugio Ghiglione, con il nome di Bivacchi della Fourche. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

19571/2/3 agosto. Il Grand Pilier d’Angle è venuto alla ribalta nel mondo alpinistico, quando Walter Bonatti e Toni Gobbi superarono la parete Est-Nordest, un pilastro alto 900 metri affacciato sul Bacino della Brenva (via Bonatti-Gobbi), in realtà è solo una elevazione della Cresta di Peutérey. Gli alpinisti che la scalarono per secondi necessitarono ancora di 17 ore e mezzo. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

L’imponente parete Est del Grand Pilier d’Angle, interamente rocciosa, è incisa nei 2/3 inferiori da una linea di fessure e camini che sale obliqua verso destra, passando sotto e poi a destra dello Scudo rosso. La via Bonatti-Gobbi segue questa linea di fessure e giunge in cima per la costola Nordest.

Scalata grandiosa, varia, in ambiente magnifico. Roccia mediocre nel primo terzo, placche e diedri di ottimo granito nel terzo centrale, poi terreno misto delicato nel versante Nord. Buoni e numerosi i posti da bivacco. In posto circa 12 chiodi, la via può essere superata interamente in libera. Dislivello della parete quasi 900 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà ED- a tratti sostenute, IV e V grado con passi da V+, VI- e A1.

Foto 22 25 e 26 - It. 51l

 

1962 – 22/23 giugno. Walter Bonatti e Cosimo Zappelli salgono la parete Nord del Grand Pilier d’Angle aprendo una nuova via chiamata poi (via Bonatti/Zappelli.). Uno dei più difficili itinerari del massiccio prima dell’avvento della “Piolet-traction”. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

E’ stato il primo itinerario aperto sulle pareti ghiacciate del Grand Pilier d’Angle e anche l’unico prima delle innovazioni di tecnica e relativi attrezzi da ghiaccio. Grande, severa ascensione in parete su terreno vario, di misto e ghiaccio. E’ però esposta alla possibile caduta di ghiaccio, sia dal seracco a sinistra della “Pera” che dal ghiacciaio sospeso. Dislivello della parete 750 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà ED-.

Foto 22 e 25 - It. 51c

 

1963 – 11/12 ottobre. Il grande Walter Bonatti con Cosimo Zappelli salgono il Grand Pilier d’Angle per la parete Est Sudest aprendo un’altra nuova via: la Bonatti/Zappelli.) - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

La via supera la parete rocciosa dominante la parete superiore del canalone che porta al Col de Peutérey. Questa parete a causa della frana del 1920 oltre a rocce grigie e compatte ha anche molti lastroni instabili e sfasciumi. Via esposta alla caduta di sassi. I primi salitori utilizzarono 40 chiodi e 3 cunei, alcuni lasciati. Dislivello della parete 450 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà TD+, fino a V°+ e misto.

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1965 – 10/11/12/13 agosto. G. Malczynski, J. Warteresiewicz, Andrzej Zawada e Ryszard Zawadski sulla parete Est-Nordest del Grand Pilier d’Angle realizzano la 2° ripetizione della (via Bonatti-Gobbi). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51l

 

1967 – 11/12/13 agosto. F. Helmut e F. S. Serrano probabilmente salgono la parete Nordest del Grand Pilier d’Angle con variante terminale della via Bonatti-Gobbi, dalla fine della traversata in parete Nord. Ripetuta dalla cordata R. Fowler e P. Thomas nel 1977 (23 luglio) e da Slavko Svetičič nel 1990 (11 ottobre). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Si sale su neve verso destra a prendere quello di destra di due profondi canali con sul fondo strette goulotte ghiacciate. Lo si supera per 150 m. (ripidissimo), uscendo sulle rocce innevate terminali della costola Nordest. Difficoltà TD+.

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1969 – 15/16/17/18/19/20 luglio. Eugeniusz Chrobak, Tadeusz Laukajtys e Andrzej Mroz impiegarono ben sei giorni per vincere la parete Est del Grand Pilier d’Angle e aprire la (via Polacca). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Ardua via su roccia con forti difficoltà specialmente in artificiale, che supera sulla sinistra il settore centrale e più compatto della parete Est. A due terzi dalla base incrocia la via Bonatti-Zappelli e la segue per un tratto. Qualche pericolo di caduta sassi nella parte iniziale. I primi salitori utilizzarono 250 chiodi, 30 cunei e 1 chiodo a espansione. Dislivello della parete 800 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà EX-, V°+, A2 e A3.

Foto 22 e 26 - It. 51q

 

1971 – 8-17 febbraio. Alessandro Gogna effettua con Guido Machetto, Gianni Calcagno e Bruno Allemand un’eccezionale 1° traversata invernale della Cresta Sud dell’Aiguille Noire de Peutérey e dell’Aiguille Blanche de Peutérey, fino al Grand Pilier d’Angle. Cresta Integrale di Peutérey. Scendendo poi dalla parete Nord Nordovest dell’Aiguille Noire de Peutérey, fin sopra il Col de Peutérey, poi scesi con l’elicottero – Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

19715/6/7/8/9 marzo. I primi scalatori invernali del versante Nordest del Grand Pilier d’Angle Andrzej Dworak, Janusz Kurczab, Andrzej Mroz, Tadeusz Potrowski; furono costretti ad effettuare quattro bivacchi su parete e uno all’uscita e in aggiunta dovettero affrontare due giorni di uragano. Alcuni riportarono congelamenti; Andrzej Dworak e Tadeusz Potrowski furono tratti in salvo con l’elicottero presso il Refuge Vallot. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51l

 

1971 – 16/17 settembre. La faticosa scalata mista del versante Nordest del Grand Pilier d’Angle che impegnò 5 giorni nel marzo del 1971 Andrzej Dworak, Janusz Kurczab, Andrzej Mroz, Tadeusz Potrowski fu oscurata da una via migliore alla sua destra, scalata da Walter Cecchinel e Georges Nominé oggi considerata una classica di alto livello. (via Cecchinel-Nominé). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Via grandiosa, elegante sul piano estetico e tecnico, che si svolge principalmente su ghiaccio ma anche con tratti su roccia e misto. Ambiente magnifico. Segue una successione di goulottes ghiacciate molto ripide e strette fra le costole della parete Nordest, uscendo a sinistra del ghiacciaio sospeso. La sua ascensione nel 1971 (via Cecchinel-Nominé), fu una delle prime grandi imprese realizzate con la rinnovata tecnica e attrezzatura (piolet-traction) per la scalata su ghiaccio. Dislivello della parete 750 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà ED, con inclinazioni fino al 70° e 3 passi di V e V+.

Foto 22 e 25 - It. 51g

 

1973 – 11 agosto. Guy Dufour e Jean Fréhel, aprirono una nuova via sulla parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Dufour-Fréhel). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Bella via su ghiaccio e misto, in ambiente severo. E’ molto esposta alle possibili cadute di ghiaccio. Viene spesso ripetuta in combinazione con la goulotte Boivin-Vallencant (vedi variazione 51ga), evitando così la parte su terreno misto: ne risulta un itinerario di gran classe, interamente su ghiaccio. La parete è alta 750 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà TD+ /ED-, con pendii inclinati da 55° a 70° gradi.

Foto 25 - It. 51d

 

1973 – 20 agosto. Daniel Audibert con Jean-Paul Balmat e Denis Ducroz ripercorsero la via (Cecchinel-Nominé) nel versante Nordest del Grand Pilier d’Angle aggiudicandosi la 2° ascensione. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

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1973 – settembre. Dick Renshaw e Joe Tasker dal versante Nordest del Grand Pilier d’Angle ripercorsero la via (Cecchinel-Nominé) realizzando la 3° ascensione. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51g

 

1974 – 29 luglio. S. Inoue e S. Matsumi salgono il Grand Pilier d’Angle dalla parete Nord (via giapponese o della Roulette Russa). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Itinerario su ghiaccio e misto in ambiente estremamente severo e molto pericoloso perché sempre esposto alla possibile caduta di ghiaccio e pietre. Altezza 800 m., più 600 m. al Monte Bianco. Difficoltà TD+.

Foto 22 e 25 - It. 51a

 

1974 – 22/23 dicembre. I. Gamalh, Toni Holdener, Ruedi Homberger e Hans Peter Kasper compiono la 1° invernale della Nordest del Grand Pilier d’Angle (via Cecchinel-Nominé). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51g

 

1975 – 21/22/23/24 febbraio. Gianni Rusconi, Antonio Rusconi, Giorgio Tessari, Gian Battista Crimella e Gian Battista Villa salgono per la parete Sudest (via invernale) del Grand Pilier d’Angle. Questa cordata intendeva ripetere la via Bonatti-Zappelli. Da poco sopra l’attacco, per errore, invece che a destra piegava verso sinistra. Continuando verso sinistra superava una prima placca di 40 metri (V+) e un'altra di 35 metri pure difficile e per brevi risalti e rocce rotte raggiungeva la cresta sopra il Col di Peutérey, proseguendo quindi verso la vetta del Monte Bianco. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 26 - It. 51s

 

1975 – luglio. Rab Carrington e Alan Rouse riescono a tracciare una variante di collegamento sulla Nordest del Grand Pilier d’Angle permettendo di collegare la Dufour-Fréhel all’uscita della Cecchinel-Nominé, salendo da sotto il risalto di roccia il nevaio verso sinistra. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51gb

 

1975 – luglio. Rab Carrington e Alan Rouse percorrono la (via Dufour-Fréhel) sulla parete Nord del Grand Pilier d’Angle realizzando la 2° ascensione, uscendo dalla via Cecchinel. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51d

 

1975 – luglio. Paul Braithwaite, Adrian Burgess, Alan Burgess, e Alex Mac Intyre, realizzano la 2° ascensione della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Bonatti/Zappelli). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51c

 

1975 – 14 luglio. John Buchard da solo apre una nuova via per la parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Buchard). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Bella via lineare, quasi tutta su neve-ghiaccio. Il primo salitore ha usato soltanto 1 chiodo da roccia. Esposta alla caduta di ghiaccio. Dislivello 750 m. più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà TD+.

Foto 25 - It. 51e

 

1975 – 23 luglio. Jean Marc Boivin e Patrick Vallencant salirono il versante Nordest del Grand Pilier d’Angle percorrendo nella prima parte la via (Cecchinel-Nominé) poi spostandosi a destra incrociando la.via Buchard tracciarono la variante Boivin/Vallencant, in fine sbucarono sulla via Dufour-Fréhel e dal pendio nevoso terminale in cima. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Giunti alle rocce sopra la goulotte, prima della rampa obliqua si traversa in salita a destra portandosi fin sotto il marcato sperone di destra (incrociando così la Buchard). Si sale quindi tutta la bella, ripidissima goulotte ghiacciata che limita a destra lo sperone (150 m.) uscendo presso la seraccata del ghiacciaio sospeso. Per il pendio nevoso terminale in cima.

Foto 25 - It. 51ga

 

1975 – 3 agosto. Z. Andrejvic e Vanja Matijevec realizzarono la 3° ascensione sulla parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Dufour-Fréhel). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51d

 

1975 – 3 agosto. Nicolas Jaeger in 1° solitaria sale la parete Est-Nordest del Grand Pilier d’Angle per la via Bonatti-Gobbi, inaugurando la sfida dei concatenamenti, unendo il Grand Pilier d’Angle con il Pilone Centrale di Frêney attraverso i due itinerari classici. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51l

 

1975 – 3/4 agosto. Nicolas Jaeger in 1° solitaria sale la parete Est-Nordest del Grand Pilier d’Angle per la via Bonatti-Gobbi, (che richiese due bivacchi ai primi salitori e che oggi normalmente si supera con un bivacco) in sole 4 (leggi quattro) ore!. Ma non basta: giunto in vetta al Grand Pilier d’Angle è poi disceso al Col de Peutérey, si è portato all’attacco del Pilone Centrale di Frêney, giungendovi alla base alle 12,30. Il giorno successivo, a mezzogiorno, Nicolas Jaeger era già in vetta al Monte Bianco, il tutto in un giorno e mezzo. Inaugurando la sfida dei concatenamenti attraverso i due itinerari classici. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1975 – 22/24 dicembre. Robert Chèré e Daniel Monaci attuano la 1° invernale e 5° ascensione assoluta della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Bonatti/Zappelli). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51c

 

1976 – 1/2/3/4/5/6 marzo. L. Chrenka, V. Launer, P. Mizicko, F. Piacek, M. Svec e Pavel Tarabeck, salgono sulla parete Est-Nordest del Grand Pilier d’Angle (via Slovacca). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

La via segue una linea obliqua di canali ghiacciati e diedri al limite destro della parete Est, superando sulla parete destra lo Scudo rosso, zona di roccia compatta e rossastra che caratterizza la parete Est. In questo breve tratto la roccia è ottima e l’arrampicata molto bella. Usati 30 chiodi e dadi. Dislivello 850 m., più 600m. fino al Monte Bianco. Difficoltà ED+, concentrate sullo Scudo rosso.

Foto 25 e 26 - It. 51i

 

1976 – 3/4/5 marzo. René Ghilini e Bernard Muller, si aggiudicano la 2° ascensione e la 1° invernale della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Buchard). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51e

 

1976 – 27 luglio. Richard Baumont e Bryan Becker aprono sulla parete Nord del Grand Pilier d’Angle una nuova via chiamata poi Baumont/ Becker. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Itinerario su ghiaccio e misto in ambiente severo, esposto alla caduta di ghiaccio. Dislivello 800 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà TD+.

Foto 25 - It. 51b

 

1976 – 6/7 agosto. Z. Andrejvic e J. Rebersak portano a termine la 2° ascensione del Grand Pilier d’Angle dalla parete Nord (via giapponese o della Roulette Russa). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51a

 

1977 – 17/18/19 luglio. Peter Habeler e Michael Meier compiono la 3° ripetizione della (via Bonatti-Gobbi) sulla parete Est-Nordest del Grand Pilier d’Angle. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51l

 

1977 – 20/21 luglio. Daniel Caise, Claude Grandmont e Everard Munting, affrontano e vincono la parete Nordest del Grand Pilier d’Angle (via dei Belgi). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Questa via segue la costola rocciosa Nordest incisa da vari canalini ghiacciati.

Foto 25 - It. 51h

 

1977 – 23 luglio. R. Fowler e P. Thomas realizzano la 2° ascensione con varianti della parete Nordest del Grand Pilier d’Angle (via dei Belgi). La cordata inglese ha inaugurato una bella via diretta in combinazione con altre, poi ripetuta da Slavko Svetičič: (1990 11 ottobre). Attacco per la via Slovena, collegamento ai diedri con la via dei Belgi e dal termine di questa uscita a destra per una nuova variante. Dislivello quasi 800 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà ED-. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51ha

 

1977 – 10 agosto P. Hapala e B. Husicka, attuano la 3° ascensione della parete Nordest del Grand Pilier d’Angle e (via dei Belgi). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51h

 

1978 – 28 agosto. Jean Marc Boivin realizza la 1° solitaria della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Bonatti/Zappelli). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51c

 

1979 – 25 luglio. Bernard Muller in 1° solitaria sale la parete Nordest del Grand Pilier d’Angle (via Cecchinel-Nominé). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51g

 

1979 – agosto. Gianni Comino in 1° solitaria sale la parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Dufour-Fréhel) uscendo per la via Boivin-Vallencant. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51d

 

1979 - notte tra 10/11 agosto. Gianni Comino e Gian Carlo Grassi, salgono al Monte Bianco dal seracco a sinistra della Pera con un’ardua ascensione in ambiente eccezionalmente severo, pericolosissima per la caduta di ghiaccio. Ma loro l'hanno effettuata con condizioni ambientali ben studiate. Sale al margine sinistro dell'immane seracco sospeso tra la Pera e la Cresta di Peutérey. Difficoltà TD +. - Si segue la via giapponese nel canale incassato fra la parete Nord del Grand Pilier d'Angle e la Pera e per questo canale (55°) fino alla radice del seracco. Si costeggia verso sinistra la base del seracco su pendii ghiacciati (55°). Si supera il ripido canalino che ne limita il fianco sinistro (circa 120 m.) e a destra si monta sopra il seracco. Per questi pendii, come per la via della Pera, si sale in cima. - Bianco - Versante della Brenva - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1980 – 15 febbraio. Bernard Muller effettua la 1° solitaria invernale della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Bonatti/Zappelli). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51c

 

1983 – 9/10 marzo. T. Bucik con S. Frantar e Vanja Matijevec firmano la 1° invernale della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Dufour-Fréhel). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51d

 

1983 - 13 marzo. Eric Escoffier concatena in solitaria la Via Boivin-Vallençant sul Grand Pilier d'Angle in tre ore e la Via classica al Pilone Centrale del Freney in dieci ore. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1983 – 15 luglio. Patrick Gabarrou e Alexis Long aprono la direttissima per la parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via direttissima). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

La via sale diritta sullo sperone di roccia fra la Cecchinel-Nominé e la Bouchard, superando l’unica zona importante della parete. La prima metà si svolge su granito eccellente, poi su ghiaccio e misto. Dislivello 750 m. più 600 fino al Monte Bianco. Difficoltà ED.

Foto 25 - It. 51f

 

1983 – 6/7/8/9/10 agosto. Jan Fijackowski e Jaclk Kozaczkiewicz aprono una nuova via sulla parete Est del Grand Pilier d’Angle che verrà chiamata (via Faux pas). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Attacca a destra della Bonatti-Gobbi, la incrocia in basso per proseguire alla sua sinistra e superare la parete Est lungo il bordo sinistro dello Scudo rosso. I primi salitori usarono 20 chiodi, dadi e friend. La via nel canale superiore è esposta alla caduta di sassi. Dislivello quasi 900 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà TD+ /ED-, pass. di IV°+ e A1.

Foto 22 e 26 - It. 51o

 

1984 – luglio. Jean Marc Boivin realizza la 1° solitaria al Grand Pilier d’Angle dalla parete Nord (via giapponese o della Roulette Russa). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51a

 

1984 – 5/6/7/8 luglio. Patrick Gabarrou e Francois Marsigny per lo “Scudo rosso” della parete Est del Grand Pilier d’Angle, in artificiale, aprono una via di difficoltà estreme (Divine Providence), che diventerà un severo banco di prova per la generazione dei super arrampicatori in quota. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Itinerario superbo, che supera in linea diretta e con forti difficoltà lo Scudo Rosso, zona di roccia compatta e rossastra che a forma lo scudo risalta nella parete Est. E’ fra le vie più difficili al Monte Bianco e anche una delle più ambite. L’arrampicata sullo Scudo rosso si svolge per quasi 300 m. su roccia ottima, con alcune lunghezze molto esposte. In posto ci sono attualmente circa 15 chiodi, ma il loro numero tende ad aumentare: si trovano anche friend e dadi incastrati e nel febbraio 1993 è stato aggiunto 1 chiodo a pressione. Utili anche Sky hook e Rurp per i tratti di A3. Nella parte inferiore della parete la via è esposta alla caduta di sassi. Dislivello della parete quasi 900 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. - Difficoltà: EX, concentrate sui quasi 300 m. dello Scudo rosso con alcune lunghezze molto sostenute in libera fino al VII- e in artificiale A2 e A3. La cordata Renault-Gherser l’ha superata quasi interamente in libera (3 punti di progressione) e la paragona, ma più dura, alla direttissima americana alla Sud dell’Aiguille du Fou o alla Harli-Robbins al Dru. La lunghezza-chiave nel diedro strapiombante è valutata 7c; se percorsa in libera dovrebbe essere la via più difficile del gruppo a tutt’oggi.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1984 – 19/20/21/22 luglio. Rudolf Haidučik, Jaroslav Jaško e Ondrej Pochyly sulla parete Est del Grand Pilier d’Angle aprirono la via diretta Cecoslovacca. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Questa via collega in modo diretto le due vie vicine dei Polacchi, cioè la parte iniziale con il canale superiore, superando con durissima scalata mista i risalti verticali della zona centrale della parete Est a sinistra dello Scudo rosso. Dislivello quasi 900 m., più 600 m. fino al Monte Bianco. Difficoltà EX-, molto sostenute nei 250 m. della zona centrale, fino a VI°+ e A2.

Schizzo 4 - Foto 22 e 26 - It. 51p

 

1986 - 9 marzo. Jean-Marc Boivin, da solo dopo aver salito da Nord il Grand Pilier d’Angle realizza la 1° solitaria invernale ripercorrendo la “sua via” del 1975 (23 luglio), sulla parete Sud (Boivin-Vallencant). Si svolge a sinistra della via Bonatti-Zappelli e mancano particolari. Probabilmente TD-. - Si sale il Canalone di Frêney per 2/3 (circa 400 m.). La via da qui continua a destra su un ripido pendio nevoso per 150 m, supera prima diritto e poi verso sinistra la fascia rocciosa e per il pendio nevoso superiore esce in cresta poco a sinistra del Monte Bianco di Courmayeur. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51ga

 

1986 – luglio. Anche una ragazza, Marta Mercier, supera in 1° solitaria femminile la Nordest del Grand Pilier d’Angle per la via Boivin-Vallencant. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

In combinazione con la via Dufour-Fréhel permette un’ascensione di gran classe completamente su neve-ghiaccio, la più frequentata della parete Nord. Difficoltà ED-, con inclinazione fino a 80° gradi.

Foto 25 - It. 51ga

 

1988 – 10 luglio. Pierre Tardivel sale con l’elicottero in cima al Grand Pilier d’Angle e scende con gli sci dalla parete Nord. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 e 25 - It. 51c

 

1989 - luglio. Michel Fauquet, Pierre-André Rhem, David Ravanel e Jérôme Ruby ripetono in 2° ascensione lo “Scudo rosso” della parete Est del Grand Pilier d’Angle (via Divine Providence). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1989 - 27 luglio. Christophe Bonnardot compie la 2° solitaria della parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Buchard). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51e

 

1990 – Il francese Patrick Gabarrou attraversa il Massiccio del Monte Bianco. da Nord a Sud salendo tra l’altro la Nord delle Les Courtes, lo Sperone Walker delle Grandes Jorasses e il Grand Pilier d’Angle. - Gruppo del Monte Bianco. - VEDI: TABELLA - “Velocità e Concatenamenti Sportivi”.

 

1990 – 13/14 luglio. Alain Ghersen e Thierry Renault realizzano la 3° ascensione della parete Est del Grand Pilier d’Angle “liberando” la celebratissima Divine Providence. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1990 – 4/5 agosto. Jean Christophe Lafaille effettua la 4° ascensione e la 1° solitaria della parete Est del Grand Pilier d’Angle (via Divine Providence), salita in precedenza da Patrick Gabarrou e Francois Marsigny (1984 5/8 luglio) e “liberata” da Alain Ghersen e Thierry Renault. (1990 13/14 luglio) - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1990 – 21 agosto. Paolo Tamagnini, da solo sulla parete Nord del Grand Pilier d’Angle (via Dufour-Fréhel), inventa una variante (variante Tamagnini) che sale direttamente fin sotto il seracco, ed è esposta alla caduta di ghiaccio. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Si segue la via Dufour-Fréhel fino al piede del risalto roccioso. Si continua diritto per 150 m., superando una colata di ghiaccio (90° gradi per 40 m., poi meno – i dati sono del primo salitore) e terreno misto molto difficile ed esposto.

Da una zona più facile caratterizzata da un pilastro di roccia, con traversata ascendente a sinistra si passa sotto il seracco fino ad uscire sul pendio nevoso terminale.

Foto 25 - It. 51da

 

1990 – 11 ottobre. Lo sloveno Slavko Svetičič compie la 1° solitaria della parete Nordest del Grand Pilier d’Angle (via dei Belgi), in combinazione con altre con variante e attacco per la via Slovena. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51hb

 

1991 – estate. Giovanni Bassanini, Valerio Folco, Pierino Rey, Luciano Barbieri e Marcello Ricotti compiono la 5° ascensione della parete Est del Grand Pilier d’Angle (via Divine Providence). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1991 – 11/12 agosto. Jean Christophe Lafaille realizza la 1° solitaria al Grand Pilier d’Angle dalla parete Est (via Un autre monde). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Via (o variante) un po’ forzata, che all’attacco e fino all’incrocio con la Bonatti-Gobbi ricerca le difficoltà sulle a lato oppure coincide con Divine Providence e sullo Scudo rosso passa con ardua scalata tra la via Slovacca e ancora la Divine Providence. E’ meno bella di quest’ultima. Punti di protezione e di progressione talvolta molto precari. Difficoltà EX-, con numerosi passaggi di 6c e A4 secondo il primo salitore.

Foto 25 - It. 51m

 

1991 – 12/13 agosto. Jean Christophe Lafaille realizza la 1° solitaria al Grand Pilier d’Angle dalla parete Est e forza lo “Scudo” per una via nuova; (Un autre monde), ma non basta: sempre solo, senza radio, raggiunge il Pilone Centrale e conclude la sua curiosa ascensione al Monte Bianco firmando un secondo itinerario di alta difficoltà. E’ il proseguimento ideale dell’impresa di Nicolas Jaeger, che nel 1975 (3/4 agosto) aveva inaugurato la sfida dei concatenamenti unendo il Grand Pilier d’Angle con il Pilone Centrale attraverso i due itinerari classici. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1991 - 14/15 agosto. Jean-Christophe Lafaille, da solo, proveniendo dal Grand Pilier d'Angle, sale per il Pilone Centrale del Frêney con una scalata che si intreccia con la via classica e ricerca passaggi più difficili sulle zone rocciose al suo fianco; in particolare, nella prima parte del pilone supera poco a sinistra i due bei risalti di roccia compatta. E invece molto interessante la lunghezza in uscita dalla Chandelle, dove invece di attraversare sulla cengia a sinistra sale dal tetto verso destra. La via verrà chiamata (l'Ecume des jours). - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1992Michel Fauquet e compagni compiono la 2° ascensione al Grand Pilier d’Angle dalla parete Est (via Un autre monde). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51m

 

1992 – 5/6/7/8 gennaio. Roberto Bressan, Saverio Occhi e Paolo Tamagnini realizzano la 1° invernale della via Divine Providence, (solo fino in cima al Grand Pilier d’Angle parete Sud). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1992 – estate. Alexis Long, Alexis Mallon e Jean-Francois Mercier sulla parete Est del Grand Pilier d’Angle hanno seguito una lunga variante inferiore a sinistra della via originale, più diretta, con attacco comune alla via Bonatti-Gobbi. Dopo 4 lunghezze (6, 6b, 5, 5+) incrocia questa via, prosegue diritto per una lunghezza (6b), con passaggio esposto che passa a destra sotto un blocco (6c obbligato) e raggiunge la via Divine Providence dove incrocia la Bonatti-Gobbi. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51na

 

1992 – 13 luglio. Un percorso che sembra coincidere con la variante Tamagnini sulla parete Nord del Grand Pilier d’Angle è stato seguito da Robert Jasper, da solo, ma uscendo in alto a destra del seracco. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51da

 

1992 – 24/25/26/27/28 dicembre. Brendan Murphy e Dave Wills concretizzano la 1° invernale al Grand Pilier d’Angle parete Sud per la via Divine Providence. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n

 

1992 – 29/30 dicembre. Toni Parks e Dave Wilknson in 1° invernale, hanno salito una linea diretta sopra la (via Dufour-Fréhel), uscendo a destra del seracco del Grand Pilier d’Angle. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 25 - It. 51da

 

1993 – 10/11/12/13/14 febbraio. Alain Ghersen, l’uomo che aveva “liberato” con Thierry Renault la celebratissima Divine Providence sulla parete Est del Grand Pilier d’Angle nel 1990 (13/14 luglio) ritorna da solo sulla stessa montagna e dalla stessa via e realizza la 1° solitaria invernale. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 22 25 e 26 - It. 51n